Messa in sicurezza A24 e A25, si rischia lo stop. Il Mit non ha ancora emanato i decreti attuativi: fermi i 192 milioni per gli interventi antisismici.
Mentre dal lato politico prosegue la polemica tra Regione Abruzzo e Ministero dei Trasporti per la questione dei 250 milioni di euro dei fondi del Masterplan che il Governo vorrebbe dirottare come anticipo sulla messa in sicurezza dell’A24 e A25, dall’altro lato proprio la tanto agognata messa in sicurezza è a rischio stop. Il Ministero infatti non ha ancora dato seguito ai provvedimenti attuativi del decreto per Genova, necessari per sbloccare i 192 milioni da destinare ai lavori urgenti su 197 viadotti.
Ma intanto il ministro Toninelli all’assemblea dell’Ance ripete: “alcuni piloni sui viadotti dell’autostrada a A24-A25 sono in condizioni allarmanti. Li ho visionati con i miei occhi”.
Da un punto di vista operativo cosa sta accadendo? Sono due i livelli d’intervento. La società Strada dei parchi, concessionaria dell’A24 e A 25, ha inviato su richiesta del ministero i test di valutazione del rischio sui propri viadotti in due step, uno a metà settembre e uno all’inizio di ottobre. E’ emerso che, al di là degli ammaloramenti su alcune pile, la situazione della sicurezza è sotto controllo e viaggiare su A24 e A25 è sicuro, Strada dei Parchi garantisce sia la tenuta sismica che la sicurezza generale. E spiega che il fenomeno dello “scorticamento” dei piloni, è frutto dell’uso massiccio di sale nei mesi più freddi che, con lo scioglimento quando si rialzano le temperature, provoca questi distacchi. Il fenomeno è solo superficiale e non altera la stabilità delle strutture. I test dei tecnici di Strada dei Parchi, eseguiti in alcuni casi anche in presenta del Mit, sono stati eseguiti tenendo conto del “massimo rischio possibile” ed è emerso che tutti i viadotti e le pile hanno un indice superiore a 1 (la cosiddetta “rischiosità”).
Ci sono dunque tutte le condizioni di sicurezza valutate sulla base delle recenti normative risalenti al gennaio 2018, valutazioni eseguite sulla base dei nuovi carichi dei mezzi pesanti, delle nuove velocità e delle frenate. Il fascicolo dei controlli e delle verifiche è stato inviato al ministero che le valida tramite una società esterna certificata: la risposta, arrivata alcuni giorni fa, è stata positiva: “non ci sono osservazioni contrarie”, scrive il ministero. Controlli fatti su richiesta del ministero e per rispondere a un clima di diffusa fobia sulla tenuta dei viadotti dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. L’altro livello è quello della messa in sicurezza urgente.
Senza l’approvazione del Piano economico finanziario (il Pef) non si può partire con i lavori, ma il terremoto non aspetta e Strada dei Parchi ha deciso di cominciare sulle pile e sui viadotti ritenuti più a rischio sotto il profilo sismico. Un processo in corso dai mesi all’indomani del sisma. Nella zona della Marsica, per esempio, sono stati già sistemati durante il 2015 i viadotti di Cerchio e Collarmele. Da quasi due anni si lavora alla messa in sicurezza urgente dei viadotti di A24 e A25, con l’apertura di 60 cantieri, un progetto enorme che ha interessato la parte alta dei 197 viadotti delle autostrade, che hanno reso più stabili 2052 tra pile e spalle dei viadotti: milioni di chili di acciaio per “blindare” con speciali culle simili a bilance tutti gli appoggi dei viadotti. Un enorme progetto per intervenire almeno sul grave “scalinamento” di 20-30 centimetri che con il terremoto del 2009 si è determinato non solo nella zona aquilana, ma anche sui tratti autostradali di Bussi e di Popoli. Uno sganciamento assolutamente da evitare nel caso di futuri sismi: soltanto la coincidenza del sisma di notte ha, infatti, evitato una situazione drammatica riducendo gli incidenti causati dalla creazione del “gradino”.
Un progetto partito nel maggio 2017 e completato nel luglio 2018. Ora Strada dei Parchi è partita con la messa in sicurezza definitiva di A24 e A25, autostrade che attraversano un’area sismica tra le più attive del Paese, ad esempio quella di Sulmona, dove i sismologi ricordano che un terremoto forte non si presenta de diversi secoli e potrebbe dunque avvenire in base allo storico della probabilità sismica in quell’area. La prevenzione, in questo caso, è fondamentale e non si può aspettare che il Governo sblocchi o anticipi le somme, come previsto nel Decreto per Genova. Di qui la polemica con il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Durante il suo blitz sul viadotto Palazzo a Bugnara il ministro aveva annunciato che il Governo avrebbe messo a disposizione i 192 milioni necessari: nel decreto per Genova l’anticipazione c’è, ma i soldi no.
Fatto sta che la seconda parte del progetto di messa in sicurezza definitiva non può aspettare, adesso si deve intervenire per rafforzare la base dei 197 viadotti di Strada dei Parchi, che sugli 8 ritenuti più a rischio tra il Teramano e Bugnara già ha cominciato a lavorare anticipando risorse proprie.
Bussi sarà un cantiere pilota, destinatario di una ristrutturazione completa sia delle pile che degli impalcati, il primo viadotto autostradale in Italia rafforzato con dissuasori antisismici, una sorta di isolatori come quelli utilizzati nella ricostruzione dell’Aquila. Nella speranza che il ministero dia seguito alla promessa di anticipare le risorse.