Un lungo colloquio tra il presidente della Regione e il vicepresidente per riflettere su come traghettare insieme e nel modo più efficiente possibile la complessa macchina politica e organizzativa della Regione nel mese di campagna elettorale che sta per partire.
Da questo incontro privato è scaturita la lettera con cui viene sancito il passaggio di consegne tra l’uno e l’altro. Quattro settimane di “passione” che vedranno – di qui al 4 marzo – il presidente D’Alfonso impegnato in Abruzzo e in Italia per la sua conquista di un posto in Parlamento, o meglio, “per portare – come ha ribadito più volte – l’Abruzzo al Governo”. Un colloquio franco e determinato, da cui è emersa la lettera resa nota già ieri, con cui Luciano D’Alfonso affida in sostanza affida al suo vice le funzioni sussidiarie del caso.
Giovanni Lolli farà da supplente al presidente D’Alfonso, mentre anche l’ente Regione dovrà inevitabilmente riorganizzarsi. A partire dagli uffici delle Attività produttive del Turismo. Già oggi il vicepresidente incontrerà lo staff della sua segreteria per rimodulare progetti e impegni, dato che è stato formalmente incaricato da D’Alfonso di reggere gli affari “correnti” – ha spiegato Lolli – compresi quelli legati alle attività della Giunta, che dovrà riunire e presiedere in assenza del suo titolare. La riorganizzazione – se così si può chiamare – deve assicurare al massimo il funzionamento della Regione, riguardo alle attività di ordinaria e di straordinaria amministrazione e riguarderà naturalmente anche i dirigenti della Regione, il capo di gabinetto e il capo del personale ad esempio.
Una fase concitata durante la quale D’Alfonso – promette Lolli – resterà in quotidiano contatto con la Regione e con il suo supplente. Fase che si concluderà con le elezioni di marzo, dall’esito per nulla scontato. Nel caso in cui D’Alfonso dovesse essere eletto e dovesse scegliere la strada del Parlamento (anche questa non è una scelta scontata) i tempi tecnici dettati dalla legge per le nuove elezioni regionali sarebbero abbastanza contingentati.
Ci vorrebbe, spiega Lolli, una legge del Governo, invece, per poter traghettare la Regione fino all’election day del 2019, ipotesi, questa, già anticipata dal presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, per il quale non ci dovrebbe essere invece la necessità, visti i tempi, di sciogliere il Consiglio anticipatamente.