Non si fermano i sindaci, gli automobilisti e gli autotrasportatori dei Comuni attraversati dalle autostrade A24 e A25, contro il caropedaggi che dal 1° gennaio 2019 – se nulla dovesse cambiare nelle prossime ore – scatterà con un rincaro del 19%.
I sindaci, gli automobilisti e gli autotrasportatori dei Comuni attraversati dalle autostrade A24 e A25 non si accontenteranno nemmeno della firma del decreto blocca pedaggi da parte del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, semmai dovesse arrivare. La protesta al Casello autostradale di L’Aquila Ovest prevista per lunedì 31 dicembre alle 9 si farà comunque.
E’ questo l’orientamento dei sindaci di Abruzzo e Lazio, capitanati dalla battagliera sindaca di Carsoli Velia Nazzarro, una decisione appoggiata anche dalla Provincia dell’aquila che tramite il consigliere con delega a Energia e Ambiente, Alfonsino Scamolla, fa sapere che lunedì appoggerà l’ennesimo sit-in, a un anno esatto dal primo, nel dicembre del 2017, da quando è partita in un sabato mattina freddissimo la battaglia dei territori contro il salasso dei pedaggi autostradali. Una decisione – quella di mantenere l’appuntamento all’Aquila – da condividere ancora con tutti i sindaci, ma quasi certamente sarà confermato: anche se nelle prossime ore al termine della trattativa in corso da ore con il Mit, arrivasse finalmente il decreto da parte del ministro Toninelli e del ministro dell’Economia Giovanni Tria, si tratterebbe soltanto di una soluzione tampone di qui a marzo: l’unico strumento che può cambiare davvero le cose è il Pef, il Piano economico finanziario da 3 mld e 200 milioni di euro, mai rinnovato da sei anni.
E’ lì che si deve stabilire come calmierare le tariffe, che potrebbero essere ridotte anche del 30%. Non solo: sindaci e amministratori chiedono di poter sedere al tavolo delle trattative con Strada dei Parchi e ministero, sinora sono gli unici esclusi, e di poter ottenere i documenti sulla messa in sicurezza delle due tratte autostradali. Sul decreto relativo blocca pedaggi pesa la richiesta dell’Anas, su impulso del ministero, di “soprassedere” dall’incasso di due rate di 56 milioni l’una da Strada dei Parchi, da recuperare successivamente. Intanto tra i sindaci e Toninelli resta muro contro muro, con quest’ultimo che ha invitato i sindaci a dimettersi e la sindaca Nazzarro che lo ha invitato a visitare i Comuni per toccare con mano quali grandi difficoltà hanno i sindaci a governarli.
Intanto si apprende da fonti del Mit, che c’è aria di ottimismo al Ministero dei Trasporti per una sterilizzazione ormai giudicata concreta degli aumenti delle tariffe su gran parte della rete autostradale, tra cui Strada dei Parchi (A24 e A25). C’è attesa per il Decreto Ministeriale.
Ma per Strada dei Parchi non è così e si appella a Toninelli perché eviti che Anas faccia ricadere sugli utenti dell’A24-A25 il costo di ulteriori 73 milioni di euro relativi agli interessi sulle due rate del canone di concessione, che devono essere sospese per consentire la sterilizzazione delle tariffe ed evitare l’aumento dal 1° gennaio.
Nella lettera, l’ad Cesare Ramadori, spiega a Toninelli che negli ultimi giorni ”avevamo raggiunto, con il Suo determinante intervento, l’accordo con ANAS SpA per il differimento al 2028 del versamento delle rate 2018 e 2019 che dobbiamo quale prezzo della concessione, in modo da poter utilizzare tali risorse, già accantonate e vincolate dalla nostra Società, al fine di “sterilizzare” nei prossimi 3 mesi, come accaduto nel trimestre ottobre-dicembre 2018, gli aumenti dei pedaggi di A24 e A25 approvati dal Governo alla fine del 2017 e quelli previsti dalla Convenzione vigente per il 2019”. ”A tale accordo in base alle indicazioni che ci risulta il Suo Dicastero ha fornito ad ANAS SpA, la stessa ha però aggiunto la pretesa di applicare sul valore delle rate posticipate, pari a 112.000.000 di euro, un tasso di interesse del 6% annuo al posto del tasso legale, come peraltro dal MIT indicato. Tale esorbitante pretesa, che costerebbe alla collettività ulteriori 73.000.000 di euro, contrasta con quanto accaduto nel 2017, quando con norma (L 97/2017) il Parlamento ci autorizzò a differire il pagamento di altre 2 rate ANAS di identico valore (112.000.000 di euro) per finanziare una parte degli interventi urgenti cosiddetti “antiscalinamento”, riconoscendo la sola applicazione di interessi in base al tasso legale. Riteniamo tutto ciò inaccettabile e frutto di un calcolo speculativo commendevole. E questo anche considerato lo sforzo che il Suo Ministero e la nostra Società stanno attuando, in attesa dell’approvazione del nuovo PEF come previsto dalla L. 228/2012, per non scaricare sugli utenti delle autostrade da noi gestite e sulle economie delle zone interessate, gravosi e ulteriori incrementi tariffari”. ”Per dimostrare la nostra totale disponibilità ad onorare gli impegni in tal senso concordati con il Suo Capo di Gabinetto, nella giornata di oggi abbiamo trasmesso ad ANAS ed al Suo Ministero tramite posta certificata, i testi da noi già firmati di tali accordi in cui ci impegniamo a non applicare alcun aumento dei pedaggi su A24 e A25 sino al 31 marzo prossimo rispetto alle tariffe attualmente applicate. Pertanto, Le chiediamo di intervenire, nelle poche ore che ci separano dalla entrata in vigore delle tariffe 2019, per risolvere la questione, anche in considerazione del ruolo di vigilante che il MIT esercita nei confronti di ANAS SpA”, conclude Ramadori.
Il servizio del Tg8