Due Musp – ossia i “Moduli a uso scolastico provvisorio” costruiti dopo il terremoto del 2009 per le scuole danneggiate – ospiteranno il Liceo Cotugno dell’Aquila. Sono le strutture lasciate libere dalla scuola Micarelli e quello della Dottrina cristiana, che, per fortuna, dal prossimo anno scolastico torneranno nelle loro sedi ristrutturate.
A ribadirlo per smorzare le polemiche che da giorni imperversano intorno alla questione della ricostruzione delle scuole e, in particolare, del Liceo Cotugno di Pettino – che ha alle spalle una storia di vulnerabilità bassissima, con gli studenti costretti a una diaspora tra sedi diverse in città da tre anni a questa parte – è il delegato provinciale del settore Edilizia scolastica Vincenzo Calvisi. “Dovendo chiudere tutta la sede del Cotugno, sono pronti 2 musp da mettere a disposizione – ribadisce -. Si farà di necessità virtù intervenendo su tutto il complesso, con l’avvio dei lavori sulla sede di Pettino (a breve corpi F e G e, a seguire, i corpi A C, D, E) con l’obiettivo di riportarla alla piena agibilità entro il prossimo anno scolastico” quello 2019/2020. Parole che non hanno calmato i genitori e animatori del Comitato “Scuole sicure”, stanchi di vedere i figli spostarsi da una sede all’altra come pacchi, e costretti, l’anno scorso, a fare lezione a turno nelle sedi di altri istituti cittadini per penuria di spazi.
E che hanno scritto anche una lettera alla Provincia. A dare il “la” alle nuove preoccupazioni, è stata la recente sentenza del Tar (al quale avevano fatto ricorso i genitori) che stabilisce l’inagibilità e dunque la non fruibilità del liceo di via Leonardo da Vinci, che ha un indice di vulnerabilità sotto a uno. Ma se il Cotugo dev’essere svuotato a seguito del ricorso del Tar (la cui sentenza ancora non è stata, tra l’altro, notificata) “si ricorrerà ai due Musp”, precisa Calvisi perché il Cotugno dev’essere svuotato. Ma la polemica secondo il delegato provinciale all’edilizia scolastica, lascia il tempo che trova, in quanto già è in programma l’apertura dei cantieri a settembre sull’edificio di via Leonardo da Vinci, lavori che si protrarranno per tutto l’anno (in contemporanea a quelli per l’abbattimento e la ricostruzione dell’Ipsiasar). In parallelo la Provincia conferma la volontà di fare ricorso al Consiglio di Stato “per difenderci in punta di diritto”, ribadisce Calvisi. La Provincia dell’Aquila ha 60 giorni per formalizzare il ricorso. I lavori costeranno 1 milione e 400mila euro.
Da ricordare che già nel dicembre 2017 lo Stato ha stanziato, con delibera Cipe, 13 milioni di euro proprio per il Convitto nazionale, che dopo i lavori in partenza a settembre e della durata di un anno, dovrà essere costruito altrove. La Provincia e il Comune stanno valutando il luogo: occorro almeno 4 ettari di spazio. Dunque, tra le ipotesi, l’area di Collemaggio oppure l’ex caserma Rossi, ma per costruire ex novo un intero istituto scolastico ci vorranno almeno 4-5 anni. Intanto dopodomani – mercoledì 18 luglio – nella sede della Provincia a via Monte Cagno all’Aquila ci sarà un incontro tra il presidente Angelo Caruso, i dirigenti scolastici interessati, le direzioni regionale e provinciale dell’Ufficio scolastico e i genitori, per stabilire i termini del rientro a scuola a settembre.