Entro una settimana è attesa la pronuncia del Tribunale di Chieti sulla richiesta di dichiarazione di morte presunta presentata dai familiari di Donatella Grosso, trentenne scomparsa da Francavilla al Mare nella notte fra il 26 e il 27 luglio 1996 di cui si sono perse le tracce.
Dinanzi al giudice del Tribunale teatino Francesco Turco, presente Maria Catena Melita, madre della giovane, assistita dagli avvocati Giacomo Frazzitta e Roberta Tranchita, si è tenuta ieri l’udienza conclusiva di un procedimento avviato quasi quattro anni fa e che ha visto l’opposizione alla dichiarazione di morte presunta da parte di un investigatore privato di Pescara al quale si era rivolta la famiglia Grosso per far luce sulla scomparsa della ragazza. I legali della famiglia Grosso hanno chiesto al giudice che la causa venga sottoposta al collegio per la decisione. Lo scorso 13 dicembre il gup del Tribunale di Chieti Luca De Ninis si è riservato la decisione sull’opposizione alla richiesta di archiviazione, presentata dalla madre della Grosso, del procedimento a carico dell’investigatore privato: la signora aveva denunciato quest’ultimo per frode processuale e per procurato allarme dopo che questi si è opposto alla dichiarazione di morte presunta, sostenendo che la figlia fosse in vita e che i Grosso avessero nascosto artatamente le prove in vita della figlia.