Mentre imperversa la campagna elettorale con le varie forze politiche che schierano in campo i relativi big – soltanto ieri pomeriggio all’Aquila, quasi negli stessi orari c’erano Matteo Salvini, Riccardo Nencini e Lorenzo Cesa – i problemi di una città che stenta a far fronte alla grande crisi occupazionale restano.
Come per il caso dei lavoratori di Abruzzo engineering impiegati negli uffici della ricostruzione del Comune dell’Aquila e del Genio civile che da dicembre sono senza stipendio. Un ritardo che pesa a tanti professionisti che hanno alle spalle già una lunga vertenza. Ieri i 170 lavoratori, la maggior parte pendolari, ha incrociato le braccia per uno stato di agitazione spontaneo, nato dal disagio di dover continuare a lavorare pur senza stipendio.
Ritardi inspiegabili, perché i lavoratori che si occupano dei servizi regionali dovrebbero essere pagati direttamente dalla Regione, mentre quelli che lavorano negli uffici della ricostruzione post-terremoto dovrebbero essere pagati con i fondi della delibera Cipe trasferiti alla Regione già ad aprile. Ritardi burocratici, evidentemente, che esasperano i lavoratori. Dal canto suo la Regione rassicura: gli stipendi arretrati saranno pagati venerdì. Senza stipendio da due mesi anche 50 lavoratori tra strutturati e stagionali del Centro turistico del Gran Sasso. Anche loro hanno incrociato le braccia facendo ricorso alle ferie.
A spiegarlo è il sindacalista della Filt Cgil Domenico Fontana, che non esclude il ricorso ad azioni di protesta: “Il Centro turistico ha in cassa 7 milioni di euro di fondi Cipe per realizzare la nuova seggiovia – dice il sindacalista –, vuol dire che chiuderà in attivo, eppure non trova i soldi per pagare 50 persone. I lavoratori non sono più in condizione di farsi carico e di nascondere inefficienze altrui”. Potrebbe, invece, arrivare a una svolta la vicenda dello stabilimento di lavorazione dei rifiuti elettronici Accord Phoenix, il cui sito produttivo è stato dissequestrato alcuni giorni fa in seguito a un’inchiesta per stoccaggio irregolare di rifiuti, che ha mandato a casa decine di operai. C’è stata infatti ieri la riunione in Regione per ottenere l’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale mancante e necessaria per l’esercizio di alcune tipologie di installazioni produttive che possono provocare danni ambientali.