Dopo un avvio di stagione segnato dalla criticità e dai divieti di balneazione, c’è molto interesse attorno alla conferenza stampa di Goletta Verde, oggi a Pescara nella sede di Legambiente.
Lo chiamano Mare Monstrum perché, solo in Abruzzo, per ogni chilometro di costa si consumano quasi cinque reati (4,9 per la precisione). Al binario 1 della stazione ferroviaria, nella sede pescarese di Legambiente, alle 10 di oggi Goletta Verde ha presentato i dati relativi alla qualità delle acque in Abruzzo. All’incontro, che rientra nella campagna di monitoraggio e informazione sullo stato di salute delle coste e del mare, erano presenti Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo, Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde, e sottosegretario alla giunta regionale con delega all’ambiente, Mario Mazzocca. La situazione complessiva non è affatto edificante, anche se gli stanziamenti significativi annunciati dalla Regione Abruzzo potrebbero imprimere un’inversione di rotta.
“Ma non aspettiamoci miracoli immediati – precisa Di Marco – i tempi di recupero di una situazione così compromessa non sono veloci, per questo prima si comincia e meglio è. Per ora la mancata depurazione continua a danneggiare il mare abruzzese: dei nove punti monitorati da Goletta Verde, sette hanno evidenziato cariche batteriche oltre i limiti consentiti. Nel mirino ci sono ancora una volta i fossi e le foci dei fiumi. Il deficit depurativo rischia non solo di compromettere le bellezze naturali di questa terra, ma anche di affossare l’economia turistica. Tuttavia qualcosa si muove: sono già stati affidati interventi per circa 170 milioni di euro, grazie ai quali ci aspettiamo soluzioni rapide ed efficaci”.
Le coste abruzzesi pagano l’inefficienza del sistema dei depuratori: su nove punti della costa monitorati da Goletta Verde sono ben sette quelli che hanno evidenziato cariche batteriche elevate. Un inquinamento dovuto a fossi e foci che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. Oggi i rappresentanti di Legambiente hanno chiesto al sottosegretario Mazzocca la massima vigilanza sui 170 milioni di euro investiti per l’adeguamento e il completamento degli impianti, affinché si arrivi presto a risultati concreti e duraturi. Dal canto suo Mazzocca ha invitato l’associazione ambientalista a prendere parte al tavolo in cui ci si confronta sulle misure da adottare e sulle leggi necessarie alla tutela regionale.
L’equipe tecnica di Goletta Verde, storica campagna di Legambiente nel monitoraggio delle coste e delle acque italiane, è in viaggio anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati e al sostegno dei partner tecnici NAU e Novamont.
“Le criticità rispetto al sistema depurativo regionale – continua Di Marco – si ritrovano anche nel quadro delineato dall’ultima procedura d’infrazione aperta dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia che comprende anche 26 agglomerati urbani abruzzesi (che si aggiungono ai due già condannati in passato). Condanne e procedure che, stando alle stime dell’unità di missione del Governo Italia Sicura costerebbero all’Abruzzo, a partire già da quest’anno e fino al completamento degli interventi di adeguamento richiesti, 8 milioni di euro. Occorre far partire su tutto il territorio regionale un’azione di tutela e riqualificazione dei corsi d’acqua, che deve devono coinvolgere, fin dalle prime fasi di stesura, i diversi attori (pubblici e privati, istituzioni, associazioni, cittadini, tecnici ed esperti del settore) con l’obiettivo di ridurre i prelievi e i carichi inquinanti. Serve per questo una legge certamente diversa da quella proposta dalla Regione e ferma in commissione. In questa direzione devono andare anche i Contratti di Fiume e cogliamo l’occasione per ribadire la richiesta dell’istituzione di un tavolo di coordinamento regionale che la nostra associazione chiede da tempo”.
Il dossier Mare Monstrum dimostra quanto sia critica la situazione anche nella nostra regione. I reati ai danni del mare che le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno intercettato in Abruzzo nel corso del 2015 sono stati 611 (in crescita del doppio rispetto ai 301 dello scorso anno) con 599 persone arrestate e denunciate e 161 sequestri: in pratica 4,9 reati per ogni chilometro di costa. A fare la parte del leone sono proprio le infrazioni relative alla cattiva depurazione e agli scarichi selvaggi che sono state 266 (con 262 persone denunciate e 98 sequestri). A seguire i reati relativi alla pesca di frodo dove le forze dell’ordine hanno scoperto 158 infrazioni (con 123 persone denunciate e arrestate e 41 sequestri) e quelli legati al ciclo del cemento, con 156 infrazioni accertate, 183 persone denunciate e 21 sequestri. Infine, i reati relativi alla navigazione fuorilegge: 31 i reati contestati, con altrettante persone denunciate.
I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente tra il 25 e il 26 luglio 2016 secondo parametri microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli). Sono stati considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. I punti prescelti sono stati individuati sia dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente che da quelle dei cittadini attraverso il servizio Sos Goletta. Il campionamento riguarda i punti critici scelti principalmente in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento. Foci dei fiumi, torrenti, scarichi e piccoli canali sono i veicoli della contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che finiscono in mare attraverso i corsi d’acqua.
Tre i campionamenti eseguiti in provincia di Chieti, tutti con cariche inquinanti oltre i limiti di legge. Sono stati giudicati fortemente inquinati i campioni prelevati alla foce del fosso San Giovanni in località La Penna a Fossacesia e alla foce del fiume Moro in località Acquabella-San Donato nel comune di Ortona. Inquinato il giudizio per il campione prelevato alla spiaggia in corrispondenza del fosso del Diavolo in località Dragoni a Torino di Sangro. Dei quattro campionamenti eseguiti in provincia di Teramo, invece, due sono risultati fortemente inquinati: alla foce del fiume Vibrata in località Villa Rosa, al confine tra i comuni di Martinsicuro e Alba Adriatica; alla foce del fiume Cerrano e alla foce del torrente Calvano a Pineto Marina. In quest’ultimo comune è risultato, invece, nella norma il prelievo effettuato alla spiaggia in corrispondenza di via Liguria. A Pescara è risultato fortemente inquinato il campionamento alla foce del fosso Vallelunga. Infine, sempre nella città capoluogo, è stato eseguito un ulteriore prelievo alla spiaggia in corrispondenza di piazza I maggio (piazza Mediterraneo): i livelli di carica batterica erano di poco inferiori ai limiti di legge, e per questo giudicati nella norma, ma che denotano criticità che vanno costantemente monitorate per non compromettere la balneabilità anche di quei luoghi.