Era affollatissima la galleria Vistamare di Pescara per l’inaugurazione della mostra di Joseph Kosuth ispirata al lavoro di Ovidio.
la mostra è nata come un insieme di opere site-specific, ossia pensate appositamente per il luogo ospitante. In largo dei Frentani, negli spazi espositivi della galleria di Benedetta Spalletti, hanno trovato posto le scritte luminose in latino e in inglese, frasi e quindi concetti che Kosuth ha estrapolato dall’opera ovidiana. Infatti la mostra “Joseph Kosuth Maxima Proposito” vede l’artista confrontarsi per la prima volta con il poeta di Sulmona, contemporaneo di Orazio e Virgilio. Kosuth si è “appropriato” di alcuni testi scritti durante il regno d’Augusto, apogeo della civiltà romana, epoca colta, cosmopolita e sofisticata. La mostra di Pescara resterà allestita fino al marzo 2018, nello stesso periodo, come annunciato da Benedetta Spalletti, a Milano verrà inaugurato il secondo spazio espositivo della gallerista pescarese: Vistamare Studio.
“Il che non significa che abbandonerò Pescara – precisa la Spalletti – sono troppo legata alla città e a questo spazio, le due gallerie viaggeranno in parallelo”.
La mostra di Pescara, accolta dai visitatori con interesse e curiosità, è stata impreziosita dalla presenza dell’artista, Joseph Kosuth, che si è palesato a Vistamare intorno alle 19.30. Le scritte in inglese e latino, sistemate nelle stanze della galleria, illuminate ognuna con colori diversi, sono da considerarsi anche come opere singole e indipendenti. Kosuth, che è artista concettuale, si è soavemente “impossessato” della parole estrapolate da Ovidio e le ha “appese” come altrettanti concetti alle pareti della galleria. La dominate di luce differente per ogni stanza si presenta come una ulteriore sottolineatura dei concetti.
“Il progetto – si legge nelle note della mostra – si pone e come una struttura concettuale totalizzante che si estende all’interno del contesto architettonico della galleria e, simultaneamente, come una costellazione di opere indipendenti. Le istallazioni svolgono una funzione importante nel lavoro di Kosuth, ma anche le opere più piccole, non installative, gli permettono di confrontarsi con idee che toccano problematiche diverse da quelle affrontate nelle opere site-specific. Come spesso avviene nella ricerca di Kosuth, è il significato ad essere determinato dal contesto. Il fruitore è incoraggiato a pensare e a partecipare alla costruzione del significato dell’opera, che anzi Kosuth viene completata proprio dall’osservatore. In questo modo il fruitore condivide il concettualizzante processo creativo dell’artista, invece di percepire l’opera d’arte come frammento della storia o forma di intrattenimento visivo. Il contesto invita lo spettatore/lettore ad avvicinarsi alle parole di Ovidio attraverso un’ottica diversa e, infine, a esplorare il “nuovo” significato generato sia dall’artista che dai suoi stessi fruitori. Ogni opera d’arte di Kosuth nasce da materiale preso in prestito. Come lo scrittore utilizza parole coniate da altri, rivendicando individualità espressiva e responsabilità soggettiva della propria creazione, così Kosuth prende in prestito non solo parole, ma talvolta anche biblioteche intere. L’uso e la selezione che l’artista fa di citazioni di autori e filosofi, rappresentativi di un certo corpus teorico e letterario e che hanno contribuito in modo significativo alla cultura contemporanea, si fonda sulla parola scritta ed è inseparabile dal suo contesto”.
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