Ultime lettere di licenziamento fatte arrivare ai lavoratori dell’Atam, l’Associazione teatrale Abruzzese e molisana, proprio l’ultimo giorno dell’anno.
E firmata dal presidente del cda, come funesto augurio a chiusura di una vicenda oscura fatta di debiti, bilanci gonfiati e doppi contributi pubblici.
Si tratta della vicenda dell’associazione teatrale finita in un’indagine della procura della Repubblica dell’Aquila, inchiesta coordinata dal sostituto procuratore David Mancini che nel dicembre del 2014 ha iscritto 5 persone nel registro degli indagati. Fra loro anche lo storico presidente, Marco Fanfani, accusati di truffa aggravata in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Nel mirino soprattutto un doppio finanziamento regionale chiesto e ottenuto prima dalla Regione Abruzzo, e poi anche dal Molise. L’ultima stagione teatrale dell’Atam è quella relativa al 2013/2014, avvenuta già con i lavoratori in cassa integrazione.
L’Atam chiude, dunque, i battenti dopo quarant’anni di attività nella distribuzione di opere teatrali, lasciando un presente di debiti per oltre 700mila euro e un’attività culturale tuttavia non intensa. LA vita dell’Atam è stata resa nel tempo ancora più in bilico dalla bocciatura del Tar, oltre un anno fa, del ricorso contro il taglio del contributo di 600 mila euro del Fondo unico per lo spettacolo (Fus) lasciando l’ente teatrale definitivamente in rosso.
Intanto, anche il sindacato della Flc-Cgil, con in testa Marinella Scimia, vuole vederci chiaro e la settimana prossima incontrerà i dipedenti dell’Atam, in totale 7 persone, e il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci e l’assessore alle Attività produttive Giovanni Lolli, anche per affrontare con loro la questione del mancato finanziamento della legge regionale che foraggia le realtà culturali abruzzesi.