Il Tar del Lazio ha accolto un maxi ricorso di circa 8.000 studenti che, non avendo superato il test d’ingresso alla facoltà di Medicina nel 2014, hanno deciso di adire le vie legali per ottenere l’iscrizione, confermando l’immatricolazione degli studenti nelle facoltà italiane dove i test sono stati sostenuti.
Anche in Abruzzo decine di studenti dovranno essere riammessi: sono 50 all’Aquila e 70 a Chieti, a cui si devono aggiungere color che hanno deciso di agire legalmente per conto proprio, senza aderire al ricorso collettivo che l’Unione degli studenti ha affidato agli avvocati romani Michele Bonetti e Santi Delia.
Un concorso ritenuto irregolare da migliaia di ragazzi esclusi dal test d’ingresso di medicina e che ora potranno essere reinseriti in sovrannumero e realizzare, così, il loro sogno di studiare per diventare medici. Piccoli numeri per le facoltà abruzzesi ma comunque una decisione definita epocale dall’Unione degli studenti.
All’Aquila i posti disponibili per Medicina quest’anno sono 140, meno rispetto al precedente anno accademico, per effetto di una riduzione voluta dal ministero dell’Istruzione. Secondo il referente nazionale dell’Udu, Jacopo Dionsio:
“Il test d’ingresso a Medicina non ha più motivo di esistere”.
Ma in realtà, come spiega anche la rettrice dell’Aquila, Paola Inverardi, ci sono delle norme europee da rispettare, come quelle che impongono il numero programmato per i corsi che poi confluiscono in concorsi pubblici: oltre a Medicina, anche Odontoiatria, Architettura, Veterinaria, solo per fare qualche esempio.
Poi, per gli altri corsi, c’è da rispettare il rapporto tra risorse e docenti disponibili e il numero degli iscritti nelle varie facoltà.