Dopo quasi due anni di dibattito e anche di accesa contrapposizione tra Comune e residenti, arriverà finalmente in giunta nei prossimi giorni il piano di recupero di una delle porte di ingresso alla città dell’Aquila, porta Barete.
Al centro di una vera e propria rivoluzione di recupero e riqualificazione di un’area svilita dal processi di allargamento urbano della città, soprattutto a partire dagli anni ’70.
Il progetto del Comune prevede la valorizzazione delle mura cittadine il cui cantiere è in corso ed è arrivato molto vicino a porta Barete e nel più ampio piano di recupero dell’intera area, che prevede l’abbattimento del terrapieno e del ponte di via Roma che smorza lo skyline sulle mura a ovest della città.
Il problema è che sul terrapieno nei decenni è nato un quartiere: sono 5 i palazzi che devono essere abbattuti per riqualificare, in un’area dove tra l’altro durante i lavori della ricostruzione sono emersi residui archeologici che il Comune non intende assolutamente perdere. Dei cinque palazzi, ce n’è uno al civico 207 che non intende mollare la presa.
“E’ una questione che si gioca sul filo dei diritti: quello privato e quello pubblico”, spiega l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano.
Il Comune, dice, andrà avanti per a sua strada. L’obiettivo è riconsegnare alle future generazioni una città più bella e ricca, anche a partire dai nuovi ritrovamenti archeologici. Per chi vorrà restare – aggiunge Di Stefano – sarà possibile riavere il proprio appartamento in uno degli edifici che verranno ricostruiti nella zona di Santa Croce.