La battaglia non è religiosa, ma culturale, identitaria. Il direttore della Confcommercio Abruzzo Celso Cioni rimarca così i motivi che lo hanno spinto, a nome di tutta la categoria, a opporsi alla decisione del consiglio comunale – votata nelle settimane scorse – a togliere il crocifisso dall’aula consiliare.
I commercianti di Confcommercio saranno presenti ogni volta tra i consiglieri con un grande crocifisso di legno.
Cioni non è nuovo a proteste eclatanti, ultima in ordine di tempo quella che un paio di anni fa lo ha visto barricarsi in un bagno della sede della Banca d’Italia all’Aquila dicendo di avere con sé una tanichetta di benzina (che in realtà non aveva) e pronto a farla infiammare se dalle istituzioni locali e dal governo non fosse arrivato un concreto aiuto per i commercianti dell’Aquila in difficoltà dopo il sisma. Intanto ieri un appello dell’arcivescovo metropolìta Giuseppe Petrocchi che dalle pagine del quotidiano episcopale italiano, Avvenire, definisce la decisione “in dissonanza” con la storia e la cristianità della città. Una presa di posizione, quella dell’arcivescovo, che ha anche sollecitato il disappunto del sindaco Massimo Cialente.
I.N.R.I. .. anch’io non resto indifferente!… Sono Cristiano, Cattolico e praticante!.. e soprattutto (per quello che questo Stato lo fa valere!) sono italiano!.. Dall’Italia mi aspetto che non mi defraudino della mia Fede in Cristo!.. E la mia – al contrario di tanti altri che “sponsorizzano” l’idea opposta – NON E’ UNA BATTAGLIA IDEOLOGICA!!..