Troppo impegnato a fare campagna elettorale e a rilasciare interviste negli studi televisivi di mezza Italia (tranne che in quelli dell’Aquila) per farsi trovare a casa.
L’ufficiale giudiziario non trova l’abitazione di Guido Bertolaso nel quartiere Parioli a Roma e salta la notifica per la quale si sarebbe dovuto presentare proprio questa settimana in un’udienza civile all’Aquila come testimone. Il processo è quello intentato da 30 parti civili nel procedimento riguardante la commissione Grandi Rischi per la richiesta milionaria di danni alla presidenza del Consiglio dei ministri, di cui la Protezione civile è di diretta emanazione.
Al centro della vicenda c’è sempre il mancato allarme del sisma dopo la riunione del 31 marzo del 2009 che precedette la scossa catastrofica del 6 aprile. L’ex capo della Protezione civile, candidato sindaco del centrodestra nella Capitale, dovrà essere riconvocato a data da destinarsi ma intanto passerà altro tempo. Tra le polemiche dei familiari delle vittime del sisma, che per il 30 marzo hanno organizzato una manifestazione di protesta “Per una Giustizia italiana che non dimentichi la strage dell’Aquila del 6 aprile 2009”.
E’ la referente del comitato “Familiari delle vittime della Casa dello studente Antonietta Centofanti a menare duramente sulla condotta dell’ex capo del dipartimento di Protezione civile.
“Mentre il processo penale del cosiddetto ‘Grandi Rischi bis’ rischia la prescrizione e Bertolaso promette di rinunciarvi senza mai farlo davvero per mera scelta mediatica, per il processo civile l’operazione è ancora più sporca”.
Usa parole durissime Centofanti, che nel crollo della Casa dello studente ha perso il nipote:
“Il fatto che Bertolaso abbia visibilità massima in tutte le piazze, e poi invece non sia reperibile per gli ufficiali giudiziari, la dice lunga sul senso civico di questa persona che si candida a guidare una grande città e importante come Roma, d’altra parte che non conosce le regole lo dice il fatto stesso che la Protezione civile in situazioni di emergenza procede per deroghe. E’ profondamente immorale sottrarsi a un giudizio. Se ritiene di non avere colpe che si presenti in tribunale, nessuno lo vuole giudicare a prescindere. Il fatto stesso che nel processo penale in udienza non vengano accolte le intercettazioni del dialogo tra lui e l’ex assessore alla Protezione civile Daniela Stati lascia trasparire che sia lui il mandante dell’operazione mediatica che portò la commissione Grandi Rischi all’Aquila il 30 marzo del 2009. Adesso si nasconde come un topo di fogna, e un soggetto simile si candida a sindaco della Capitale?”.
Infine la Centofanti mette in guardia i cittadini romani vicini al voto:
“Mi auguro che i romani siano consapevoli di ciò che sta succedendo all’Aquila, perché è il paradigma di quello che accadrà a Roma se Bertolaso dovesse arrivare in Campidoglio”.
Il servizio del Tg8: