Soltanto forzando i cancelli dello stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua Santa Croce di Canistro i dirigenti della Regione Abruzzo sono riusciti a entrare e a prendere tutte le documentazioni.
Quelle necessarie alla causa giudiziaria in corso e che vede coinvolti da un lato l’azienda con l’imprenditore che da 20 anni gestisce l’imbottigliamento, Camillo Colella, e dall’altro la Regione Abruzzo, proprietaria della sorgente. I dirigenti della Regione sono arrivati a Canistro per il sequestro amministrativo delle bottiglie dell’acqua minerale che si sospetta siano state imbottigliate dopo la revoca della concessione.
Si stima ci siano bottiglie che possono riempire circa 500 tir, per un valore commerciale di decine di migliaia di euro. Un braccio di ferro che continua in un crescendo di tensione. Questa mattina si è tenuto in Provincia all’Aquila un incontro al quale avrebbe dovuto partecipare anche l’imprenditore Colella, che ha invece disertato il tavolo al quale si sono ritrovati, in pratica con un nulla di fatto, sindacati, Rsu, Comune di Canistro e Provincia.
La riunione è stata infatti rinviata al 18 novembre, come ha spiegato il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti. Colella ha dato forfait inviando una lettera nel tardo pomeriggio di ieri, poche righe di fuoco in cui ha chiesto il rinvio della riunione alla quale intende partecipare esclusivamente se ad essa non prenderanno parte il sindaco di Canistro, Angelo Di Paolo, e il vicepresidente della Regione e anima principale dell’operazione per tornare in possesso dello stabilimento, Giovanni Lolli.
In giornata l’assemblea dei lavoratori e dei sindacati nello stabilimento di Avezzano: ai 75 dipendenti che da due settimane sono in sciopero e per i quali si dovrà aprire la procedura di mobilità, verrà chiesto di tornare a lavoro domattina, in risposta – ha spiegato Trasatti – all’atteggiamento di chiusura dell’imprenditore.
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