Dolore per una città distrutta, e poi rabbia per una gestione del post-sisma lenta, inefficiente, spesso caduta nell’illegalità. Insomma, sentimenti.
Ma non solo, c’è anche un lungo percorso professionale, lento e progressivo che si evince dalla fotografia degli inizi – negli anni 80 – fino a oggi, anni in cui nella dimensione umana e professionale della vita del fotografo aquilano Roberto Grillo, 51 anni, sono cambiati punti di vista e aspirazioni, e il modo stesso di fare fotografia.
Proprio nel mezzo di questo processo di trasformazione artistica, il fotografo aquilano è stato inserito nella 51esima edizione del prestigioso catalogo nazionale dell’arte moderna edito da Giorgio Mondadori. Un percorso che ha portato Grillo, nato come fotografo di reportage, sportivo, teatrale, a scoprire la fotografia miopizzata “frutto di un’azione concettuale” – spiega – che è l’approdo a una dimensione più introspettiva, intima e personale, che indaga se stesso partendo dal contesto che è quello della città amata ferita dal terremoto.
Il catalogo dell’arte moderna Mondadori inserisce Grillo (tra l’altro reduce il 13 novembre scorso, dalla brutta esperienza parigina che ha visto un gruppo di giovani terroristi attaccare i luoghi della socialità a Parigi, dove studia la figlia dell’artista aquilano) fra gli 8 unici fotografi ricompresi quest’anno tra centinaia di artisti di ogni tipo, con cenni sulla formazione, le opere, le tecniche, i periodi e i soggetti, le mostre e le quotazioni.
Un riconoscimento che il fotografo, nato come autodidatta, proprio non si aspettava.
“L’esperienza del terremoto ha portato gradualmente l’artista verso la ricerca di un’astrazione che si è concretizzata con l’intuizione di una visione “miope” della fotografia, concetto rivoluzionario rispetto alla fotografia attuale, che avvicina la ricerca dell’autore a un lavoro concettuale sconfinando con disinvoltura nella sfera dell’arte contemporanea”, si legge nel paragrafo dedicato a Grillo, corredato della riproduzione della sua opera, Ri-Vita, del 2014.
Da Balla a Carrà, da Burri a Fontana, da Rosai a Sironi, il catalogo contiene i cenni biografici, le quotazioni, le caratteristiche del mercato dei grandi Maestri del Novecento nella prima parte. Nella seconda sezione, invece, sono presenti circa seicento artisti tra cui soltanto otto fotografi.
La prima edizione del catalogo risale al 1962, quando l’editore torinese Bolaffi raccolse l’intuizione del critico Luigi Carluccio e diede alle stampe un repertorio annuale dedicato al mercato dell’arte contemporanea. Racconta il critico d’arte Chiara Strozzieri del comitato scientifico del catalogo:
“Il colpo d’occhio è quello che mi ha rapito inizialmente. Ormai la fotografia, così come la pittura e la scultura, non deve più dare piacevolezza, non cullare, ma interrogare. La fotografia di Grillo, soprattutto quella ‘miopizzata’, è una reinterpretazione della realtà, una fuga con intento costruttivo, l’eterna domanda tra cosa sia giusto e cosa sbagliato”.
Il servizio del Tg8: