È stato condannato a quattro anni di reclusione l’autista che nel 2018 causò la morte del cuoco di Chieti Francesco Luciani. L’entità della pena è inaccettabile per i familiari della vittima.
Il giudice Andrea Di Berardino, del tribunale di Chieti, ha condannato a quattro reclusione l’autista 51enne, di origini marocchine, che il 20 aprile del 2018 ha causato la morte del cinquantenne Francesco Luciani. Il tragico incidente frontale avvenne sulla strada a scorrimento veloce, alle spalle dello stadio Angelini.
Il commento dei familiari di Luciani: “Impossibile poter accettare questa condanna. Francesco era il nostro punto di riferimento, non potremo mai accettare che la persona che l’ha ucciso, ubriaco, con un tasso alcolemico elevatissimo, se la cavi con una pena così bassa”.
La pena, già decurtata grazie al rito abbreviato, è stata inflitta per omicidio stradale aggravato da ubriachezza, dato che l’autista guidava con un tasso alcolemico superiore di quasi 5 volte al limite consentito per legge. Il Pm Lucia Anna Campo aveva chiesto per l’imputato una condanna a soli 1 anno e 8 mesi, ritenuta non congrua dal giudice che l’ha aumentata fino a 4 anni totali (le motivazioni verranno depositate entro 30 giorni). I familiari di Francesco Luciani, seguiti nel processo penale dall’avvocato Di Lodovico, sono assistiti dallo studio Giesse di Montesilvano.
La dinamica dell’incidente viene ricostruita nella nota inviata dalla Giesse:
“Erano circa le 22.20, Francesco Luciani era alla guida della sua Smart nella galleria lungo la strada a scorrimento veloce, alle spalle dello stadio Angelini verso il casello dell’autostrada A25. Procedeva regolarmente all’interno della propria corsia di marcia quando all’improvviso, dal lato opposto con direzione Santa Filomena verso Chieti, l’autocarro condotto dal 51enne, dopo aver sbandato un paio di volte verso sinistra, in corrispondenza di una curva aveva invaso completamente la sua corsia, materializzandoglisi davanti. Inevitabile, a quel punto, lo scontro risultato devastante per la piccola utilitaria di Luciani, morto sul colpo a causa delle gravissime lesioni riportate”.
LA DIFESA – Secondo Valter Di Marino, difensore d’ufficio dell’imputato, la richiesta del Pm di 18 mesi e la condanna a 4 anni sono dovute non solo al rito abbreviato, bensì anche alla circostanza, valutata dal giudice che la vittima non indossasse le cinture di sicurezza, aggiungendo che “dal processo è emerso che il grave trauma cranico è il solo motivo della morte”.