I cosiddetti archetti risistemati e la camera mortuaria centrale finalmente aperta, ma resta ancora tanto da fare per riportare il cimitero monumentale dell’Aquila alla normalità. Esistono ancora diverse “zone rosse” inaccessibili dal sisma del 2009.
A otto anni e mezzo dal terremoto tra le novità alle quali l’amministrazione comunale sta lavorando c’è quella che vedrà la realizzazione di un nuovo loculario da 2mila posti definitivo, che vedrà la luce con tempi lunghi trattandosi di opere pubbliche. Si dovrà innanzitutto abbattere “l’ecomostro”, realizzando con fondi pubblici il un nuovo loculario, e dovranno essere spostate le salme dei Nove martiri e dell’edificio monumentale per poter procedere con la ricostruzione. Intanto per oggi e per il 2 novembre il settore comunale che si occupa della gestione cimiteriale ha provveduto alla manutenzione ordinaria e alla chiusura dell’accesso alle zone pericolose. Presto dovrebbero concludersi anche i lavori alla chiesa del cimitero, intitolata a Santa Maria del Soccorso.
L’assessore con delega alla gestione cimiteriale, Emanuele Imprudente, spiega: “Non abbiamo trovato alcuna progettazione fatta per la ricostruzione delle parti monumentali danneggiate, e i soldi, i famosi 5 milioni di Gianni Chiodi che poi erano 7,4, non sufficienti”. Il principale ostacolo è costituito dalle salme da spostare: circa tremila tra quelle accolte nell’edicola di San Giuseppe dei Minimi, nell’Edificio Nove Martiri e nell’edificio monumentale “Banca d’Italia”.