L’Aquila, i lavoratori del call center Inps scrivono al prefetto

I 560 lavoratori del contact center Inps-Inail-Equitalia hanno inviato, attraverso l’associazione “Lavori@mo per L’Aquila”, una lettera al prefetto, Giuseppe Linardi.

Una richiesta di aiuto quella dei lavoratori, per cercare di smuovere le acque immobili, sul fronte politico, sul rischio che il contact center aquilano perda centinaia di posti di lavoro. Un rischio reale se nel bando di gara Inps per l’assegnazione della nuova commessa – che sarà pubblicato nelle prossime settimane – non venisse rispettata la clausola sociale per garantire la continuità dei posti di lavori. Il problema, come spiega il presidente dell’associazione “Lavoriamo per L’Aquila”, Venanzio Cretarola, riguarda soprattutto i lavoratori in subappalto, ossia la maggioranza di quelli aquilani, il comparto che dà lavoro al numero maggiore di persone in città. La commessa aquilana è anche la più grande delle dieci sparse in tutta Italia.

“Chiediamo da mesi di sapere cose che legittimamente si devono sapere prima, e cioè come l’Inps intende applicare correttamente le norme sulla clausola sociale approvate l’anno scorso e che la rendono obbligatoria per questo settore. Le cose da chiarire nel bando sono: la continuità del rapporto di lavoro anche in caso di cambiamento di azienda, bisogna chiarire come si scrive il bando. In cui secondo me va chiarita che il posto di lavoro continua, cioè ci dev’essere una cessione dei contratti individuali di lavoro; ci dev’essere, poi, la previsione di un requisito minimo di professionalità pregressa del personale (quello dell’aquila è altamente formato sul fronte delle commesse Inps, Inail ed Equitalia), altrimenti restano illusorie le promesse fatte sinora”.

In una lettera aperta al presidente dell’Inps, Tito Boeri, l’associazione “Lavoriamo per L’Aquila” ha evidenziato i costi eccessivi per la collettività nel momento in cui un lavoratore viene sostituito: “Lo Stato spenderebbe 33mila euro per ogni lavoratore – spiega Cretarola – uno sperpero di risorse pubbliche”.

Cretarola denuncia con forza “il silenzio assordante da parte di chi ha il dovere di spiegare e rendere conto alla collettività”.

“Nessuno pensi di metterci di fronte al fatto compiuto con l’emanazione di un bando privo dei criteri che garantiscono l’applicazione della legge. Non staremo fermi – prosegue – il livello della battaglia salirà molto”. Anche perché all’Aquila, conclude il presidente dell’associazione, “un problema per 560 lavoratori (quelli impiegati per il bando in questione) significa un vero dramma sociale”.

IL SERVIZIO DEL TG8:

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Marianna Gianforte: