I primi orti urbani del Comune di Montesilvano sorgeranno in via Don, nel quartiere di Villa Carmine. È quanto deliberato in sede di Consiglio Comunale stamani, con una votazione all’unanimità dei presenti.
L’area per un totale di circa 3600 metri quadri, consentirà di ricavare circa 32 orti urbani di 60 metri quadri ciascuno. In sostanza verranno creati appezzamenti di terreno di proprietà comunale che verranno concessi a titolo gratuito a cittadini al fine di riqualificare il territorio e incentivare l’aggregazione sociale. Soddisfazione espressa da Carlandrea Falcone, presidente della Commissione Consiliare Commercio, nelle cui sedute è stata individuata l’area più adeguata.
“Quello degli orti urbani è un progetto capace di stimolare l’aggregazione sociale, il senso di appartenenza alla comunità e il coinvolgimento dei cittadini nella gestione degli spazi comuni. Gli orti sociali possono riqualificare aree urbane, nonché rappresentare occasioni per promuovere e riscoprire le nostre culture tradizionali. In futuro individueremo anche altre aree da destinare all’ampliamento di questa bella iniziativa”.
La gestione di tali orti verrà affidata, mediante un apposito bando pubblico, di durata triennale a cittadini di Montesilvano che siano disoccupati, inoccupati, lavoratori in cassa integrazione, lavoratori in mobilità, pensionati. Secondo quanto stabilito dal regolamento per la concessione e gestione degli orti urbani, questa iniziativa si propone di favorire l’hobby dell’agricoltura quale attività per l’impiego del tempo libero e come strumento per creare nuovi spazi di relazioni tra le persone, per migliorare l’attenzione verso la qualità dei prodotti alimentari; stimolare occasioni di aggregazione sociale che favoriscano i rapporti interpersonali; accrescere il senso di appartenenza alla comunità; soddisfare la domanda sociale di “paesaggio” a tutela dell’ambiente urbano, recuperando gli spazi pubblici con finalità sociali e di miglioramento anche estetico del paesaggio urbano, incrementandone l’efficienza e valorizzando il concetto di bene comune, contro il degrado, il consumo di territorio e per la tutela dell’ambiente; sviluppare attività di cooperazione sociale delle persone e delle associazioni presenti sul territorio, anche con il coinvolgimento delle scuole e delle strutture a scopi sociali; stimolare le giovani generazioni alla conoscenza e al rispetto della terra, attraverso attività di orti didattici o percorsi di avvicinamento al tema della coltivazione. A ciò si aggiunge anche la possibilità di offrire un sostegno alle famiglie, che con i prodotti dell’orto possono ridurre il loro bisogno di acquisto e di spesa, consentendo un’integrazione al reddito per le famiglie indigenti.