Giro di vite dell’Amministrazione comunale di Pescara contro chi lascia le biciclette parcheggiate sulle aiuole del lungomare. La Fiab Pescara Bici, in una nota inviata al Sindaco Carlo Masci e all’assessore comunale, Luigi Albore Mascia, chiede più rastrelliere in città per le due ruote.
«Il verde pubblico si chiama così perché è di tutti, e quindi tutti siamo tenuti a rispettarlo». L’assessore e vicesindaco Gianni Santilli lancia la campagna estiva per il rispetto e la salvaguardia delle aiuole lungo la riviera che vengono utilizzate come scorciatoie per raggiungere gli stabilimenti balneari o la strada, e peggio ancora come parcheggi per le biciclette in alternativa alle apposite rastrelliere.
«Calpestare gli spazi verdi e usare gli alberi per legare le biciclette con le catene – così Santilli – non è tollerabile, non solo perché è riprova di inciviltà, ma anche perché così si arrecano continuamente gravi danni alle aiuole, sia al prato sia ai fiori che fanno da arredo urbano. Anche se in condizioni normali non ce ne sarebbe affatto bisogno, perché dovrebbe far parte del nostro senso civico e del rispetto di ciò che è pubblico, abbiamo pertanto deciso di ribadire il divieto di parcheggio che si esplicherà in una fase dissuasiva, una sanzionatoria e una repressiva. Per una settimana gli agenti della Polizia Municipale si limiteranno a redarguire i contravventori, fidando nel buon senso e nel passaparola che faccia cambiare le cattive abitudini. Dalla prima settimana di agosto scatteranno invece le contravvenzioni ai proprietari delle biciclette e persino la rimozione forzata delle stesse, che poi potranno essere ritirate pagando la sanzione amministrativa aggravata delle spese. L’obiettivo – conclude Santilli – è quello di avere un lungomare ordinato e di preservare il lavoro di quanti fanno il possibile e l’impossibile per la cura e la tutela del verde pubblico a Pescara».
La FIAB Pescara Bici chiede più rastrelliere in città. Non è la prima volta che scriviamo su questi temi, ma ci torniamo perché in epoca di post-covid certi concetti assumono un significato diverso, specialmente in questo ormai avanzato periodo estivo. La bicicletta consente e agevola il distanziamento fisico (non sociale); l’auto lo complica. La bicicletta, si legge nella nota della FIAB, non ha problemi a trovare parcheggio, e comunque ha bisogno di pochissimo spazio, l’auto ha grandi problemi e occupa tantissimo spazio.
“La bici non inquina, l’auto si. L’auto fa rumore, la bici no. La bici agevola lo shopping in centro città, l’auto fuori città. La bici consente di fare attività fisica e quindi di mantenersi in forma e in salute, l’auto no. L’auto provoca incidenti stradali, la bici … li subisce! Certo, l’auto fa altre cose, ma su certi piani di riflessione crediamo non ci siano paragoni.
Detto questo, ci è capitato negli ultimi weekend di fare una ricognizione sul lungo mare nord e sud e abbiamo notato una marea di biciclette, stalli stracolmi e tante due ruote attaccate ai pali della segnaletica stradale, dei pannelli pubblicitari, dell’illuminazione, agli alberi. Uno scenario sicuramente disdicevole, di basso decoro urbano, non c’è che dire, ma che trasmette un chiaro segnale: più parcheggi alle bici!!!Lungo la strada il decoro è ormai perso nella notte dei tempi, perché non ci si venga a dire che le auto, ancorché ordinatamente in sosta, facciano di una strada una bella strada. Ma per loro non basta mai lo spazio, per cui ecco che si aprono, con ordinari provvedimenti di urgenza, le porte di nuovi territori, come l’ex ENAIP, per poco più di 200 posti (ma quanto è costato?), per non parlare della strada parco, un migliaio di posti che hanno messo sull’altare funzionale dell’accesso agevole e facilitato al mare (sic!), il decoro di una arteria pedonale in fiore.
Tutte le biciclette parcheggiate in ogni dove, sono auto di meno che girano per la città e che occupano 5 volte meno spazio: 2 mq contro 10. Per cui alle biciclette dovrebbe essere steso il red carpet della sostenibilità e del risparmio di spazio urbano, e non essere rincorse perché fuori posto. Quale posto poi? Ci piacerebbe proprio sapere quanti stalli esistono per le bici e quanti posti invece sono riservati alle auto e fare un po’ i totali. La bilancia del decoro urbano crediamo si appenderebbe molto da una parte, non certamente quello dell’auto.
Tutti i ciclisti sanno benissimo quanto sia pericoloso girare per certe strade (via N. Fabrizi, Corso V. Emanuele, via Marconi, e..): è come giocare con una roulette russa, dove invece della pistola ci sono gli sportelli!E’ bene che tutti rispettino il codice della strada, ne siamo convinti. Quindi bici giù dai marciapiedi, tutti fermi al semaforo rosso e niente contromano. Ma allora niente auto in seconda fila, ferme alle curve o sui passi carrai, o peggio ancora sui marciapiedi. Niente auto in fermata con le quattro frecce e con il cartello “torni subito”: TOLLERANZA ZERO!
Siamo con le forze dell’ordine e con le istituzioni. Per una città più sana, più sicura e più bella. Con lo nostre bici”.
Il Tg8 ha chiesto un commento al maggiore della Polizia Minicipale di Pescara, Paolo Costantini, il quale ha ribadito la necessità del rispetto della legge da parte di tutti, macchine e bici, e ha aggiunto che parcheggiare la due ruote su un’aiuola appena ripiantumata resta comunque un comportamento poco educato.
NEL VIDEO, IL SERVIZIO ANDATO IN ONDA NEL TG