Villa S. Maria: ancora polemiche per la scritta “Dux” ricomparsa sulla montagna dopo un’opera di ripulitura. ANPI e D’Alessandro (PD) all’attacco ma il sindaco Finamore dice: “C’è sempre stata, nessuna evocazione”. Parte dei cittadini stanca della ribalta nazionale. Il nostro servizio.
In effetti sono giorni che Villa Santa Maria, centro della provincia di Chieti noto tra l’altro come patria dei cuochi, ora divide l’Italia intera per la scritta “Dux” ricomparsa sulla montagna dopo un’opera di ripulitura. La maggior parte dei residenti è stufa di restare sotto la ribalta delle cronache nazionali per quello che definiscono un finto problema. “Non c’è nessuna ideologia alla base di una scritta che c’è sempre stata”, dice qualcuno, altri ribadiscono come allora anche i tombini in paese con i fasci debbano essere eliminati. Tant’è che il deputato abruzzese Camillo D’Alessandro ha presentato una interrogazione e ha chiesto chiarimenti a Salvini. “Non vorrei che Villa Santa Maria si trasformasse in una nuova Predappio”, prosegue D’Alessandro ricordando come lì vicino operasse la Brigata Maiella. Intanto ieri c’è stato un sopralluogo del Prefetto e delle forze dell’ordine in paese, “voglio vederci chiaro”, prosegue il deputato PD che aggiunge, “questa non è un’opera architettonica ma una scritta voluta da qualche esaltato del tempo.” Il sindaco Giuseppe Finamore non si scompone: “Quella scritta è lì dagli anni ’40, non vuole rappresentare alcuna evocazione di chissà cosa, la ripulitura della scritta fa parte di un progetto più ampio che prevede 52 vie di risalita per rocciatori ed è stata realizzata,a suo tempo, da alcuni cittadini villesi, segnando un periodo storico”. Quanto al timore dell’ANPI su un possibile ritrovo di neofascisti in paese: “Io non sono per gli estremismi sono sempre stato un moderato, saremo accorti nel vigilare ed evitare situazioni critiche,” conclude il primo cittadino.
Il servizio del Tg8
È un vero schifo. Un’offesa alla vista. Un nome che evoca privazione della libertà, massacri e morte violenta per 60 milioni di esseri umani. Orrore e disonore per Villa Santa Maria.
La scritta non va rimossa perché fa ormai parte della storia, anche se di un momento buio. Non possiamo ritornare ai tempi della censura, o peggio comportarci come i talebani o l’ISIS, che distruggono i monumenti e le testimonianze storiche solo perché contrari al proprio credo. Queste forme di occultamento della storia, la censura, bendare gli occhi della popolazione verso i fatti accaduti, sono forme di propaganda politica, tipica dei regimi totalitari (come il fascismo). E la democrazia si fa coltivando il senso critico e le coscienze, non con la propaganda.