Processo Bussi bis: la deposizione degli esperti . Si arricchisce di nuovi elementi il processo Bussi bis, ripreso questa mattina in Tribunale a Pescara.
Davanti il Gup del Tribunale pescarese, Maria Carla Sacco, sono comparsi stamani i due esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, Luca Lucentini e Massimo Ottaviani, i quali nell’ambito del parere tecnico fornito al magistrato, hanno ribadito che:
“il controllo sulla qualità dell’acqua andava fatto lungo l’intera filiera e non soltanto al rubinetto”.
I due professionisti, vale la pena ricordare, hanno contribuito alla stesura della direttiva comunitaria e dei decreti attuativi , dai quali è scaturito il decreto legge n. 31 del 2001, intorno al quale ruota buona parte del contraddittorio tra le parti. La difesa, sulla base delle dichiarazioni fornite dai suoi periti, ribadisce che sono stati riscontrati soltanto quattro parametri di sostanze inquinanti, peraltro da considerarsi leciti in quanto non avvenuti alla distribuzione ma prima del collettore. I due esperti dell’istituto Superiore di sanità, interpellati dal PM Anna Rita Mantini, hanno ricostruito l’intero iter legislativo, spiegando nello specifico che i controlli si sarebbero dovuti effettuare in ogni singola parte del percorso, dunque non soltanto al rubinetto. I due esperti hanno ribadito che i controlli fatti a campione non risultano peraltro significativi rispetto alla quantità di acqua erogata. Il Processo in questione, lo ricordiamo, fa parte di uno stralcio del filone processuale principale legato alla scoperta, nel 2007, della mega discarica dei rifiuti tossici in località Tremonti di Bussi Sul Tirino. Sotto accusa gli ex presidenti dell’Ato e dell’ Aca, rispettivamente, Giorgio D’Ambrosio e Bruno catena, quest’ultimo unico presente stamani in aula, i direttori generali e tecnico dell’Aca, Bartolomeo Di Giovanni, e Lorenzo Livello, e l’ex responsabile del servizio Sian dell’ASL di Pescara, Roberto Rongione, tutti chiamati a rispondere a vario titolo del reato di distribuzione di acqua avvelenata.