In 50.000 per “Jazz italiano per L’Aquila”. Il ministro Franceschini ieri in città promette: “L’evento si ripeterà ogni anno”.
L’Aquila fasciata e puntellata. L’Aquila distrutta e città fantasma ha risposto con tutta la sua voglia di tornare a vivere alla chiamata dei 600 jazzisti italiani che ieri hanno popolato ogni angolo di città. Dalle chiese alle piazze, dalle strade alle balconate, fino ai portici di San Bernardino.
Una risposta massiccia con oltre 50mila persone secondo gli organizzatori, arrivati nel centro storico della città distrutta dal sisma del 2009 per seguire i 100 concerti di big del jazz, voci come quelle di Enrico Rava, Danilo Rea, Enrico Pierannunzi, Franco D’Andrea, Antonello Salis, Gianni Coscia, Gianluigi Trovesi, Rita Marcotulli, e poi Gino Paoli, voce prestata al jazz ormai da tempo e, naturalmente, Paolo Fresu, direttore artistico dell’evento.
Non solo big, anche tantissimi musicisti meno noti e altrettanto bravi, una maratona di 12 ore cominciata a mezzogiorno e terminata dopo l’una di notte con il grande concerto finale a piazza Duomo.
Evento unico in Italia, voluto fortemente dal ministro della Cultura Dario Franceschini, che ieri ha visitato la città nel tardo pomeriggio, immergendosi nell’atmosfera di festa e musica come un normale cittadino. Le sue prime parole sono state quelle che forse tutti volevano sentire: una grande maratona di jazz italiano all’Aquila ogni prima domenica di settembre. Il senso di “Jazz italiano per L’Aquila”, infatti, è proprio quello di portare solidarietà alla città e al cratere sismico. “Ma nel centro storico devono ora tornare – ha detto il ministro – i cittadini, i commercianti, le istituzioni. Insomma, deve tornare la vita.
Il video del Tg8