La ricostruzione post sisma a Frontignano di Ussita può avere avvio. A comunicarlo è la struttura commissariale dopo che la prima fase degli studi di approfondimento sulle faglie ha consentito di escludere l’esistenza di una faglia attiva e capace, e dunque pericolosa, nel nucleo abitato del centro montano nel Comune di Ussita.
Nello stesso tempo – viene specificato – questa prima fase di analisi “ha permesso al gruppo di lavoro di escludere la presenza di ogni fattore di rischio legato alle faglie per la zona urbana di Macerata”. Gli studi di approfondimento sulle faglie erano stati affidati il 5 ottobre dal commissario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, all’Ingv, guidato da Carlo Doglioni, con una forte accelerazione dei tempi ed un’ampia revisione delle procedure rispetto a quanto era stato ipotizzato nel 2019.
Nella seconda fase del lavoro, che si concluderà entro la primavera, saranno effettuati studi più dettagliati sulle altre faglie attive e capaci presenti nei Comuni di Norcia, Preci, Capitignano, Montereale, Barete, Pizzoli, Leonessa, Cittaducale, Rieti, Cantalice e Rivodutri.
“Lo scopo degli studi è quello di verificare la reale pericolosità di queste faglie e determinare le corrette fasce di attenzione, ovvero le distanze minime che debbono avere le nuove costruzioni da queste fratture del terreno, pericolose perché possono riattivarsi con un sisma, e che possono essere significativamente ridotte accertandone le singole specificità”, è stato spiegato dalla struttura commissariale.