La notizia è di quelle che mettono in fibrillazione tutta la città: la messa della Vigilia di Natale celebrata nella rinata e splendida Basilica di Santa Maria di Collemaggio, restaurata dopo i danni ingenti provocati dal terremoto.
Per ora soltanto un’ipotesi che circola negli ambienti della Curia aquilana, ipotesi che si rincorre da un mese, tutta da confermare, ma i lavori di restauro della Basilica fondata nel 1288 per volere di Pietro da Morrone – qui incoronato papa con il nome di Celestino V – a cura dell’Eni che ha investito 14 milioni di euro, volgono al termine.
A confermare la volontà di restituire la Basilica di Collemaggio nel mese di dicembre, dopo otto anni e mezzo di chiusura, è la stessa Soprintendenza che sulla sua pagina Facebook scrive:
“Passo dopo passo, verso la fine dei lavori e l’imminente restituzione alla città. Un orgoglio per tutti coloro che hanno accompagnato questi due anni di rinascita: la Soprintendenza dell’Aquila e cratere, che ha curato progetto e direzione lavori, gli esperti degli Atenei di Milano, Roma e L’Aquila, gruppo tecnico scientifico di supporto alla progettazione, l’Eni che ha finanziato i lavori, l’impresa Arcas che li ha eseguiti, i tecnici, i restauratori, le maestranze e tutto il personale di supporto”.
A dare la “benedizione” alla Basilica rinata potrebbero essere il ministro della Cultura Dario Franceschini e lo stato maggiore dell’Eni, in occasione di una cerimonia il 20 o 21 dicembre. Ancora di risolvere, però, una serie di aspetti burocratici e canonici su cui stanno lavorando Curia, Soprintendenza e Comune dell’Aquila, tra cui quello legato al “Codice di diritto canonico” secondo cui «I luoghi sacri perdono la dedicazione o la benedizione se sono stati distrutti in gran parte”