Dopo il cambio di governo in Regione, restano soltanto le promesse a tenere accesa la speranza dei circa 70 lavoratori dell’ex Intecs di tornare a lavorare. Appello per un nuovo camper per il sit-in davanti a palazzo Silone.
I ricercatori, tutti altamente specializzati nel campo delle telecomunicazioni, sono stati licenziati da oltre un anno perché l’ex centro di ricerca ha deciso di non investire più nel capoluogo abruzzese, nonostante i progetti avviati negli ultimi anni nel campo delle tecnologie spaziali e del 5G. Come ultimo lascito prima del voto regionale l’ex assessore alle Attività produttive Giovanni Lolli aveva firmato un atto di giunta con il quale si è cercato di strappare alle imprese vincitrici del bando sulla Space economy un impegno, più politico che formale, ad assumere i ricercatori aquilani quando il bando sarà finalmente assegnato e operativo.
Si tratta di un passaggio non vincolante da un punto di vista amministrativo; insomma, le imprese della Space economy potrebbero decidere di non tenerne conto. E ora che la Regione ha una composizione e un colore politico diversi, il timore dei lavoratori è anche che tutto il processo avviato dalla giunta D’Alfonso salti, spegnendo così la speranza di tornare a lavorare.
L’appello dei lavoratori licenziati dell’ex laboratorio di ricerca per avere una roulotte per continuare il presidio davanti a palazzo Silone, sede della Giunta regionale.
Intanto ad aprile si terrà l’ennesimo appuntamento giudiziario in tribunale, all’Aquila, con l’azienda alla quale viene contestato il licenziamento.
Una situazione piuttosto complessa, perché alla vicenda vertenziale e alla ricerca di un posto di lavoro, si aggiungono i difficili rapporti con l’azienda ex Intecs che ha licenziato i lavoratori, che hanno avuto problemi per ottenere il Tfr, il preavviso di licenziamento, c’è una causa in corso, nell’ambito della quale soltanto un ricercatore ha accettato il reintegro ed è stato trasferito a Torino. Per gli altri cambiare vita, lasciare le famiglie e trasferirsi è un ennesimo shock.
Il servizio del Tg8