Un polo scolastico dentro la caserma Rossi. È l’aspetto più rilevante dell’accordo attuativo del protocollo d’intesa interistituzionale del 6 dicembre 2017, con lo scopo di razionalizzare e dismettere alcuni immobili pubblici nel territorio comunale, sottoscritto questa mattina a palazzo Fibbioni.
L’intesa è stata firmata dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, dal generale di divisione Massimo Scala, dal provveditore alle Opere pubbliche Lazio-Abruzzo-Sardegna,Vittorio Rapisarda Federico, dal presidente vicario della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli (non presente all’incontro ma rappresentato dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci), e da Marcello Bosica, vice direttore della Direzione Regionale Abruzzo e Molise dell’agenzia del Demanio. All’incontro è intervenuto anche il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo.
L’accordo dà il via al piano di riordino, accorpamento e delocalizzazione delle funzioni militari presenti in città, anche attraverso il rilascio di alcune caserme, che potranno essere utilizzate per la ricollocazione delle Amministrazioni statali oggi in locazione passiva e, contemporaneamente, soddisfare le esigenze del Comune dell’Aquila.
Secondo quanto previsto nel documento, il ministero della Difesa trasferirà le funzioni militari della Caserma Rossi presso la caserma Pasquali-Campomizzi una volta ultimati i lavori previsti all’interno di quest’ultima da parte del Provveditorato interregionale alle Opere pubbliche. L’Agenzia del Demanio riacquisirà la disponibilità della caserma Rossi il cui 60% sarà trasferito, attraverso una permuta, al Comune – insieme all’area in via Filomusi Guelfi (ex alloggi De Rosa), dove è già stato realizzato un parcheggio a servizio del tribunale. Il Comune cederà al Ministero della Difesa, per il tramite dell’agenzia del Demanio, un congruo numero di unità abitative, comprensive di sedime, che saranno realizzate in via di Vincenzo dall’ente comunale. Nel restante 40% della caserma Rossi, che rimarrà nella disponibilità dell’agenzia del Demanio, saranno riallocate alcune amministrazioni dello Stato, che attualmente sono situate in immobili di proprietà privata.Le permute saranno effettuate sulla base di una adeguata comparazione dei valori degli immobili interessati, le cui stime saranno effettuate dall’agenzia del Demanio, la quale si occuperà altresì di porre in essere gli atti necessari per finalizzare le permute stesse. Per consentire il riordino delle funzioni militari della Caserma Rossi, la Regione Abruzzo si impegna a rilasciare gradualmente le palazzine della caserma Campomizzi in uso all’Azienda per il diritto allo studio universitario.
Per quanto riguarda la caserma De Amicis – ex distretto militare in via Zara -, l’accordo prevede che il ministero della Difesa provveda a dismettere il bene, e vi troveranno spazio gli uffici del Mibac, dell’archivio di Stato e del costituendo Nucleo carabinieri tutela patrimonio storico artistico, attualmente collocati in alcuni immobili privati, conseguendo risparmi annui di spesa a carico dello Stato stimati in 470.000 euro.I lavori di ristrutturazione della caserma De Amicis verranno realizzati dal Provveditorato alle opere pubbliche e saranno finanziati sbloccando fondi Cipe già stanziati pari a 30 milioni di euro.
Un accordo criticato dalla passata amministrazione, definito accordo-artifizio che permette che l’ex distretto De Amicis se lo prenda l’Agenzia del demanio, per farne uffici dello Stato. Se lo avesse acquisito il Comune, come previsto dalla giunta Cialente, viene fatto notare, avrebbe potuto scambiarlo, senza oneri a carico, con l’ex caserma Ross
In sostanza, dal punto di vista della passata amministrazione, il Comune pagherebbe, in termini di sua proprietà, mettendo a disposizione gli alloggi, il valore sia degli immobili di Villa Gioia, sia il valore del 60% della Caserma Rossi. Poiché la legge 77/2009 (sul sisma dell’Aquila) diceva che le caserme militari con funzioni già cessate, dovevano essere trasferite ai Comuni, se l’ex distretto (le cui funzioni erano già terminate prima del sisma) fosse stato trasferito, poteva essere lasciato dato all’agenzia del Demanio come permuta del 60% della Rossi. Questo avrebbe risparmiato al Comune di mettere mano al proprio patrimonio per pagare quell’area.
Quel che viene contestato, è che il sindaco Biondi sottoscrisse un accordo in cui si diceva che l’ex distretto sarebbe andato all’agenzia del Demanio, mentre oggi l’agenzia cede il 60% della Rossi dietro una permuta onerosa con gli alloggi. Se invece invece l’ex distretto fosse stato trasferito al Comune, come previsto in passato, poteva essere materia di permuta per il 60% della Rossi senza dover fare ricorso al patrimonio in alloggi del Comune. Che, in sostanza, in questo modo di perde.