Covid 19: Albergatori, “aprite l’Abruzzo ai turisti”

La ripartenza del turismo in Abruzzo, in attesa del via libera sulla mobilità tra regioni, tra speranze e preoccupazioni. Federalberghi: “riaprire le porte ai turisti”. Al Tg8 gli interventi del Vice presidente di Federalberghi Pescara, Adriano Tocco e del Presidente di Federalberghi Giovani, Daniela Renisi.

Enorme la preoccupazione tra gli operatori alberghieri a causa della crisi dovuta all’emergenza sanitaria. Crollano le prenotazioni dei turisti stranieri. Reggono meglio le difficoltà, dettate dal momento, le strutture alberghiere a conduzione familiare. Si spera nella presenza degli italiani. Un tracollo anche nel turismo congressuale. Qualche spiraglio arriva ma nel lungo periodo.

Solo gli italiani saranno in grado di sostenere il turismo nazionale. Questo quanto emerge all’interno del report Turismo covid-19 di World Capital, dal quale risulta infatti che ci sarebbe un modo per compensare il calo dei viaggiatori stranieri, stimato in flessione del 92% nel 2020 rispetto allo scorso anno.

Dati confermati anche dal vice Presidente provinciale di Federalberghi Pescara, Adriano Tocco, il quale ha sottolineato come le disdette dei turisti stranieri siano arrivate ad oltre l’85%. Più comprensivi i turisti italiani i quali però chiedono di far slittare le loro prenotazioni di 30/60 giorni.

Sulla stessa linea la Presidente di Federalberghi Giovani, Daniela Renisi, secondo la quale alle difficoltà di questi mesi hanno retto meglio le strutture alberghiere a conduzione familiare. Per questa estate i turisti italiani sembrano prediligere alle camere d’albergo i residence. Assicurare spazi più ampi e meno affollati sembra confortare i turisti.

Alcune città sarebbero più colpite di altre. Le grandi città italiane, dove il turismo internazionale è considerevolmente più sviluppato di quello nazionale (come Venezia, Firenze, Roma e Milano), potrebbero essere quelle più colpite dall’emergenza coronavirus, in virtù del fatto che la grande maggioranza dei turisti stranieri, che solitamente le scelgono come meta, saranno impossibilitati a raggiungerle per buona parte dell’anno in corso. “Diventa quindi essenziale, sia nelle grandi città d’arte che nelle città più piccole, nelle località di mare e di montagna, adottare una politica volta a incentivare il turismo nazionale, con prezzi competitivi e un’offerta che spinga gli italiani a scegliere di rimanere sul territorio nazionale per i propri viaggi”, spiega World Capital.

In generale, nessuna tipologia di struttura ricettiva è e sarà immune dagli effetti dell’emergenza covid-19: dagli ostelli, agli alberghi, compresi i serviced apartment. Spostandoci sul 2021 lo scenario, tuttavia, è più confortante. La società prevede un ritorno alla situazione pre covid tra il 2021 (periodo di inizio ripresa) e il 2022 (quando i valori dovrebbero stabilizzarsi).

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Fabio Lussoso: