Per la ricostruzione dei territori colpiti dagli ultimi terremoti di Marche, Lazio, Abruzzo e Umbria torna il Durc di congruità, una misura indispensabile per contrastare il lavoro nero e superato da una recente legge nazionale.
A stabilirlo è un’ordinanza della commissaria straordinaria per la ricostruzione, Paola De Micheli, pubblicata ieri in Gazzetta ufficiale. Ancora una volta due diversi modi di vedere la ricostruzione anche in quei territori che si trovano a cavallo dei due crateri sismici: quello del 2009 e quello degli ultimi due anni.
Un documento che Fillea, Filca e Feneal delle quattro regioni da ricostruire avevano chiesto a gran voce alla commissaria straordinaria per la ricostruzione, Paola De Micheli, proprio perché è un misura necessaria per assicurare la regolarità contributiva delle imprese e contrastare il lavoro irregolare e sommerso nella ricostruzione. Le imprese incaricate dei lavori, dunque, dovranno essere in regola non solo con il Durc contributivo, ma anche con il certificato di congruità dell’incidenza della manodopera nel cantiere, rilasciato dalla Cassa Edile.
L’unico certificato che può garantire, a valle, un controllo efficace della coincidenza tra le lavorazioni eseguite e il numero dei lavoratori impiegati nei singoli cantieri. La Fillea Cgil della provincia dell’Aquila si dice soddisfatta del ripristino del Durc di congruità nelle aree dei nuovi crateri sismici e chiede ora a De Micheli di ripristinare il certificato anche nel vecchio cratere, perché la ricostruzione, spiega la segretaria Cristina Santella, è ancora a metà strada. Una questione di diritti e di giustizia sulla quale è chiamata a fare la sua parte anche la Regione Abruzzo, dove la Fillea tre mesi fa ha depositato una proposta di legge.