Una ragazza bellissima, solare, vivace. Ricordano tutti così Valentina Bongiorno, la 31enne trovata morta ieri in una pozza di sangue, sotto la finestra del balcone della casa inagibile dei genitori. Gli abitanti di Arischia sono attoniti, in un paese piccolo, d’altra parte, ci si conosce un po’ tutti, e l’hanno vista crescere in molti.
Fino alla tragica fatalità – su cui indaga la Squadra mobile dell’Aquila d’intesa con la Procura della Repubblica – e il ritrovamento del corpo senza vita nella tarda mattinata di ieri. A fare la drammatica scoperta il fratello Leonardo. Nessuna pista resta esclusa. La Polizia – coordinata dal capo della Squadra mobile Tommaso Niglio – sta cercando di dare risposte non soltanto alla famiglia sconvolta, ma a tutta la comunità. Che continua a chiedersi perché (se è vero che potrebbe essersi ferita gravemente con i vetri del balcone rotti da lei stessa nel tentativo di entrare) non abbia gridato, non abbia cercato di chiedere aiuto lasciandosi morire così. La Polizia ha ascoltato decine di persone fino a tarda notte: familiari, amici, e tutti coloro che ieri hanno assistito alla scena del ritrovamento. “Quella della tragica fatalità resta per ora l’ipotesi principale (sul corpo della ragazza non ci sarebbero colpi di arma da fuoco o da taglio) ma non lasciamo nessuna pista esclusa – ha spiegato il capo della Mobile Niglio; il quale sottolinea che “sarà l’autopsia a dare una risposta chiara sulla strada da percorrere. E’ atteso infatti tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima la risposta degli esami dell’anatomopatologo Giuseppe Calvisi. “Stiamo raccogliendo tutte le potenziali fonti di prova – spiega la Polizia – per avere un quadro il più possibile completo”; compresa la ricostruzione della giornata di ieri, apparentemente senza contraddizioni, e della vita della ragazza, nella quale si scava nel dettaglio. Anche con perquisizioni nella casa dove è stata ritrovata senza vita (quella delle case popolari in cui la giovane viveva con la madre e il fratello fino all’inverno scorso, quando un’esplosione nel garage sottostante ha costretto tutti i residenti a trasferirsi in abitazioni provvisorie); perquisizioni anche nella casa dello zio, in via Pizzoli ad Arischia (dove qualche volta si fermava a dormire), e nell’appartamento del compagno a Pizzoli. La Polizia ha sequestrato diversi oggetti personali della giovane – che viveva di lavori saltuari e attualmente era disoccupata – un iPad e gli abiti che indossava, e ora nelle mani della Polizia scientifica. Proprio sugli indumenti la Squadra mobile – d’intesa con la Procura e con il pubblico ministero Fabio Picuti – potrebbe decidere di eseguire degli esami per estrarre il Dna, verificare se ci sono tracce biologiche di altre persone e capire, dunque, se qualcun altro può essere stato coinvolto nella morte di Valentina. L’obiettivo di Polizia e Procura è quello di avere un quadro di prove il più possibile completo, da cui ripartire nel momento in cui si avrà una risposta più chiara dall’autopsia. Intanto il paese continua a restare attonito. Valentina – si continua a ripetere – non aveva nemici.