L’Aquila, Barrera: “Il Maxxi aprirà per il decennale del sisma”

La sede aquilana del Maxxi (il Museo delle arti del XXI secolo di Roma) aprirà nel febbraio del 2019. Due mesi prima del decennale del sisma del 2009. Tutto dovrà essere pronto per aprile del prossimo anno.

A dirlo è il segretario generale della Fondazione Maxxi Pietro Barrera, in occasione di “Officina L’Aquila, incontri internazionali”, la rassegna dedicata al restauro e alla rigenerazione urbana ma anche alla rinascita sociale ed economica dei luoghi colpiti dal sisma del 2009, promossa e organizzata da Carsa. Essendo Palazzo Ardinghelli – futura sede del Maxxi – rinato grazie alla donazione importante della Russia, il Maxxi ha chiesto a cinque artisti russi di realizzare delle opere per la sede aquilana e stanno lavorando. Mentre uno dei più grandi fotoreporter italiani, Paolo Pellegrin, donerà una sua opera sul tema della ‘rigenerazione’ dei luoghi terremotati 9 anni fa. Non solo, la Fondazione ha chiesto a un gruppo di artisti e scienziati di realizzare un’opera congiunta in occasione dei 50 anni dallo sbarco sulla luna.

Barrera si è confrontato, tra gli altri, con l’assessore comunale alla Cultura Sabrina Di Cosimo, il docente del Gssi (Gran Sasso science institute) e Alessandro Crociata, nell’ambito del convegno “La cultura come motore economico della città”. Dovrebbero in effetti essere conclusi entro l’estate i lavori di ristrutturazione di Palazzo Ardinghelli, in piazza Santa Maria Paganica, pronto a ospitare la sede aquilana del Maxxi.

Abbiamo cominciato a concretizzare tutte le procedure per l’avvio del museo a gennaio, quando il Parlamento ha messo i soldi – ha detto Barrera – circa 2 milioni di euro l’anno da qui al 2024 per far vivere il Maxxi all’Aquila. Gli aspetti amministrativi sono stati chiusi lunedì scorso e a questo punto la scadenza è obbligatoria e indiscutibile: il decennale del sisma del 2009. Il Museo Maxxi – ha aggiunto il segretario della Fondazione – come tutte le realtà aquilane, dovrà essere pronto e splendente per quella data. Un impegno morale al quale non si può rinunciare. Ma dobbiamo essere prontissimi a febbraio 2019 per poter fronteggiare tutti gli imprevisti. Il lavoro è partito bene anche sul piano del rapporto con le tantissime realtà culturali. Il Maxxi deve e vuole entrare in punta di piedi in una città che ha tanto da dare e non solo da ricevere. Il Governo ha chiesto al Maxxi e non a un altro museo di essere presente all’Aquila non soltanto per il suo contenuto tecnico, che è l’arte contemporanea, ma perché il Maxxi di Roma è anche un luogo in cui si produce cultura, in cui ci si incontra, in cui si lavora. E il lavoro non è un aspetto secondario. Importante anche per l’alternanza scuola-lavoro, con centinaia di ragazzi che vengono per sperimentare la cultura e capire se quello è un loro futuro professionale. All’Aquila, città bellissima, non serve un museo con bei quadri dentro, ma uno spazio in cui si produce cultura. Non ho responsabilità artistica, ma posso dire che si sta già ragionando sull’offerta culturale: è stato chiesto a cinque artisti contemporanei di cui due abruzzesi, di realizzare delle opere per Palazzo Ardinghelli. Essendo Palazzo Ardinghelli rinato grazie alla donazione importante della Russia, abbiamo chiesto a cinque artisti russi di affiancarsi ai colleghi italiani e stanno lavorando. Inoltre a uno dei più grandi fotografi e fotoreporter italiani Paolo Pellegrin, abbiamo chiesto un contributo, in particolare sul tema della ‘rigenerazione’ dei luoghi terremotati 9 anni fa. La sua opera sarà visibile all’inaugurazione. Ma ribadisco: il Maxxi aquilano non dovrà essere solo un museo di ‘cose’. Ad esempio mettendo insieme artisti e scienziati in occasione dei 50 anni dallo sbarco sulla luna.

IL SERVIZIO DEL TG8:

https://www.youtube.com/watch?v=Iu32MgoYJ38

E il Museo Maxxi sarà uno dei tasselli dell’altro progetto che Carsa sta realizzando, “Il racconto della ricostruzione”, un contest dal basso, un racconto della ricostruzione e di come si è evoluta dai primi anni a oggi, che muoverà dal basso, dal mondo dei social, da cui nascerà un volume, come è stato già fatto per la Costa dei Trabocchi.

Lanceremo dei contest sul territorio, in particolare su Facebook – ha spiegato il coordinatore di ‘Officina L’Aquila’ Roberto Di Vincenzo – nel quale sarà centrale l’occhio sul territorio, e raccontare l’identità dell’Aquila come città che si sta ricostruendo in termini sociali, economici, professionali. L’obiettivo è terminare il progetto entro fine anno. Il libro, che dovrà parlare di ‘Officina L’Aquila’, alla base del processo di conoscenza e narrazione vuole guardare la città dall’interno e farla auto rappresentare. Un modo nuovo per raccontare il presente e il futuro dell’Aquila”.