Il tributo dell’Aquila alla liberazione dal nazifascismo fu pesante, duro, impossibile da cancellare. Festa della Liberazione piena di partecipazione all’Aquila. C’è il governatore Marsilio. Assente il sindaco Pierluigi Biondi.
I giovanissimi nove martiri aquilani, trucidati il 23 settembre 1943; i caduti della banca d’Italia; le vittime della strage di filetto e di Onna, fucilati nel giugno 1944. Le tappe di una lotta per la Liberazione – e non per la “libertà”, come disse proprio a Onna l’ex premier Silvio Berlusconi – costellate di sangue e dolore, oggi ricordate una a una da una fitta giornata commemorativa.
È alla Villa Comunale che alle 10,30 si è tenuto l’omaggio istituzionale ai Caduti della Patria, con l’alzabandiera e l’esecuzione dell’Inno nazionale e la lettura del messaggio inviato a tutta la nazione dalla ministra della Difesa, Elisabetta Trenta. Una lunga giornata di celebrazioni, non senza qualche assenza importante, come quella del sindaco Pierluigi Biondi, che ha disertato le manifestazioni come pure fece l’anno scorso.
Ha scelto di esserci, invece, il presidente della regione, Marco Marsilio, per “dovere istituzionale”, ha detto, raccontando così l’intima dicotomia che “l’uomo Marsilio” vive per la sua storia politica e per quella della sua famiglia.
Ad Ateleta, piccolo Comune dell’Alto Sangro, la medaglia di bronzo al merito civile conferita dal presidente della Repubblica.
“Mai dimenticare. Il 25 aprile è simbolo della vittoria degli ideali di libertà e democrazia che hanno spazzato via la dittatura”: così ha commentato il presidente dell’ANPI l’aquila Fulvio Angelini, che ha ricordato il lungo percorso dei diritti civili avviato proprio con la liberazione, 74 anni fa.