Otto mesi di presidio nel camper della Cgil che non si è mai spostato dal piazzale di fronte alla Giunta regionale per fare da pungolo – se non altro alla coscienza – di politici e rappresentanti istituzionali.
Così i circa 60 dipendenti dell’ex centro di ricerca nelle telecomunicazioni Intecs, licenziati un anno fa, si agganciano al filo della speranza delle promesse della politica vecchie di due anni, per sperare in una futura ricollocazione nel mondo del lavoro. Hanno quasi tutti oltre 50 anni di età e le loro alte competenze nel campo informatico e delle Telecomunicazioni finiranno gettate alle ortiche se la politica, insieme al mondo imprenditoriale, non deciderà di concretizzare le promesse di riassunzione nel campo della cosiddetta “space economy”. L’Agenzia spaziale italiana ha pubblicato il bando a luglio, bando che prevede che chi si aggiudicherà l’appalto assegni delle commesse alle piccole e medie imprese locali. Ma senza l’input della politica, chi si prenderà l’onere e l’impegno di ricollocare i 60 ricercatori? A preoccupare è l’avvicinarsi delle elezioni e il rischio che venga a mancare un convinto interlocutore, con tutto il percorso già avviato dall’assessore regionale alle Attività produttive e ora presidente reggente della Regione, Giovanni Lolli, che finirebbe gambe all’aria.
Intanto prosegue la via giudiziaria, con i lavoratori che hanno avanzato un decreto ingiuntivo per il mancato pagamento dei Tfr e dei quattro mesi di preavviso, facendo anche causa per licenziamento illegittimo. Le udienze riprenderanno a settembre.