Il primo stralcio dei lavori per la realizzazione dello smart tunnel intelligente, all’interno del quale passeranno acqua, elettricità e fibra ottica, procede verso la conclusione. Ma non cessano le polemiche per i ritardi dell’avvio dei lavori del secondo stralcio.
Il presidente della stazione appaltante Gran Sasso Acqua, Fabrizio Ajraldi, fissa il termine ultimo delle opere nella primavera del 2020. Restano da affrontare la zona di via San Martino, via Paganica e le loro traverse, e via Fortebraccio. La maxi opera da 40 milioni di euro circa, scelta persino dai giapponesi per sperimentare la prima fibra ottica superveloce al mondo, non cessa però di suscitare polemiche. Nel mirino finisce il secondo stralcio, suddiviso in cinque lotti, per un totale di 48 milioni di euro, per il quale non è dato sapere quando partiranno i lavori, nonostante la Gran Sasso Acqua abbia assegnato gli appalti nel 2016: e allora come mai i cantieri non partono? Per il presidente Ajraldi non c’è nessun problema.
Tra gli ostacoli che lo smart tunnel ha incontrato in questi due anni, c’è quello dei ritrovamenti archeologici che hanno riconsegnato via via parti storiche di città di cui non si aveva traccia, ma che hanno inevitabilmente rallentato i lavori con grandi disagi per i residenti e i commercianti.
Quanto all’aggregato del consorzio ‘Filomusi Guelfi’, nel Corso stretto dell’Aquila, la cui ricostruzione è ferma da due anni perché danneggiato, secondo i residenti, dai lavori dei sottoservizi e dunque diventato un rischio per l’incolumità pubblica, per Ajraldi le cause non riguarderebbero errori di da parte delle imprese esecutrici.