A Pescara ancora polemiche per la puzza del sansificio Schiavone: cittadini barricati in casa per l’odore acre che spezza il respiro pronti a raccogliere firme affinchè la fabbrica venga chiusa una volta e per tutte.
Residenti di Villa del Fuoco a Pescara esasperati per la puzza che sono costretti a respirare, o ad evitare restando barricati in casa specie la sera, proveniente dal sansificio Schiavone. E se la fabbrica, più volte costretta ad interrompere le lavorazioni interne a seguito di ordinanze comunali puntualmente impugnate dai titolari, resta operativa ora il disagio dei cittadini residenti si trasformerà in una petizione destinata a finire non solo sui tavoli comunali. Mentre le finestre, specie dall’imbrunire all’alba, restano serrate in molti chiedono che Arta e reparti speciali dei carabinieri compiano dei blitz notturni prelevando campioni di aria da analizzare. La puzza, dicono i cittadini del popoloso quartiere, non è solo un fastidio visto che in alcune ore bisogna girare per casa con fazzoletti imbevuti d’acqua davanti la bocca. Il Tar, intanto, ha disposto che il sansificio possa continuare con i suoi normali ritmi di lavorazione accogliendo il ricorso dei titolari della fabbrica contro l’ordinanza del sindaco Alessadrini che ne disponeva la chiusura.
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Il sindaco Marco Alessandrini afferma che “L’ordinanza è legittima e i giudici ci invitano a monitorare le emissioni”.
In un comunicato stampa il primo cittadino dice che ” Lo scorso venerdì il Tar si è espresso circa la richiesta di sospensiva dell’ordinanza n. 55 del 2 aprile scorso con cui si è disposto lo stop delle attività del sansificio, a fronte di una situazione sanitaria creatasi a causa delle emissioni della struttura. Non si è trattato di una bocciatura del nostro provvedimento, tant’è che l’ordinanza viene espressamente definita legittima dai giudici, che hanno al contempo voluto “dare fiducia” al titolare del sansificio, il quale si è impegnato a sanare la situazione che aveva generato quelle emissioni e che aveva portato all’ordinanza. Infatti nel pronunciamento si legge che: “Considerato che, dall’incontro del 23 aprile 2016 a cui hanno da ultimo partecipato i soggetti coinvolti, è emerso che effettivamente il problema di carattere igienico sanitario cui il Sindaco ha posto rimedio con l’ordinanza qui gravata era dovuto ad un fatto nuovo e diverso rispetto a quello oggetto del procedimento (che include anche la sperimentazione e il controllo su altri aspetti) in corso da parte della Regione, dalla Provincia e dell’Arta, vale a dire una errata prassi nello stoccaggio della sansa; che pertanto detta ordinanza appare legittimamente adottata; rilevato tuttavia che nella Camera di Consiglio odierna è stato rappresentato che probabilmente a tale situazione sarebbe stato posto rimedio.Da qui l’accoglimento della richiesta di sospensiva presentata dal titolare della struttura del provvedimento corretto e legittimo con cui ho ordinato la cessazione dell’attività del sansificio: “salvo l’obbligo dell’Amministrazione resistente di verificare tempestivamente se effettivamente sono cessate le condizioni che hanno imposto l’adozione di detta ordinanza, al fine dell’adozione di eventuali ulteriori analoghi provvedimenti”. Il Tar dunque avalla l’operato dell’Amministrazione a tutela della salute pubblica e reitera, in condizioni di rischio, la possibilità di nuovi provvedimenti, invitandoci a monitorare la situazione. Un’azione, quest’ultima a cui ci dedicheremo subito nel rispetto di ambiti e competenze, anche alla luce di nuove segnalazioni inoltrate dai residenti della zona alle autorità i primi di maggio”.