In Abruzzo si registra un caso di sospetta variante sudafricana del coronavirus.
Se confermato, sarebbe il primo. Si tratta di un uomo di Avezzano che è rientrato dall’Umbria, regione in cui si trovava per lavoro. Al momento, secondo quanto apprende l’ANSA, il paziente è ricoverato all’istituto Spallanzani di Roma. Sono in corso tutti gli accertamenti: gli esperti della struttura della capitale, dopo aver appurato che all’origine del contagio c’è una variante, stanno studiando il caso e nelle prossime 48 ore dovrebbe arrivare la conferma del fatto che si tratti della sudafricana. La Asl ha posto in isolamento i familiari e tutti i contatti dell’uomo, che sono sotto stretta sorveglianza sanitaria.
Intanto Moderna ha consegnato delle dosi del suo candidato vaccino, mRNA-1273.351, specifico contro la variante SARS-CoV-2 identificata per la prima volta nella Repubblica Sudafricana, al National Institutes of Health (NIH) statunitense per lo studio clinico. Lo si apprende dall’azienda. La società ha delineato due strategie per affrontare le varianti più preoccupanti. Nella prima strategia la società sta valutando dosi di richiamo del vaccino per aumentare l’immunità neutralizzante contro le varianti preoccupanti. Moderna prevede di valutare tre approcci di richiamo, tra cui: – mRNA-1273.351: un candidato booster specifico per la variante basata sulla variante identificata per la prima volta nella Repubblica Sudafricana; – mRNA-1273.211: un candidato richiamo multivalente che combina mRNA-1273, il vaccino autorizzato di Moderna contro i ceppi ancestrali, e mRNA-1273.351 in un unico vaccino; – una terza dose di mRNA-1273: il vaccino Moderna COVID-19, come richiamo. Nella seconda strategia l’azienda prevede invece di valutare mRNA-1273.351 e mRNA-1273.211 come serie di vaccinazione primaria per coloro che sono sieronegativi (non sono ancora stati vaccinati).
“Siamo lieti di iniziare lo studio clinico della nostra variante di richiamo e siamo grati per la continua collaborazione del NIH per combattere questa pandemia”, ha detto Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna.
“Sfruttando la flessibilità della nostra piattaforma mRNA, ci stiamo muovendo rapidamente per testare gli aggiornamenti dei vaccini che affrontano le varianti emergenti del virus. Moderna si impegna ad apportare tutti gli aggiornamenti necessari al nostro vaccino finché la pandemia non sarà sotto controllo. Speriamo di dimostrare che le dosi di richiamo, se necessario, possono essere fatte a livelli di dose inferiori, il che – afferma Bancel – ci permetterà di fornire molte più dosi alla comunità globale alla fine del 2021 e nel 2022, se necessario”.