Saranno oltre mille i pensionati abruzzesi che raggiungeranno Roma per la manifestazione nazionale del 19 maggio, promossa da Cgil Spi, Fnp Cisl e Uil pensionati.
I manifestanti hanno deciso di scendere in piazza per rivendicare “diritti e dignità”, con particolare riferimento all’esiguità delle pensioni, individuate come una delle più basse forme di reddito. Ad illustrare i motivi della mobilitazione sono stati oggi a Pescara i segretari regionali delle tre federazioni sindacali, i quali hanno evidenziato che, in Abruzzo, il 13 per cento delle famiglie non arriva a fine mese e che i pensionati, secondo dati Inps, vivono mediamente con 600 euro.
“Un dato – dicono i sindacati – molto inferiore alla media del Paese e a cui dobbiamo sottrarre il peso delle tasse: il reddito medio da pensione è quello più basso. La crisi economica ha reso le famiglie sempre più povere e indebitate e i pensionati non riescono più ad essere l’ammortizzatore sociale”.
Antonio Iovito, dello Spi Cgil, ha aggiunto che tra le ragioni della protesta c’è anche la necessità di difendere le pensioni di reversibilità:
“Su questo punto – ha evidenziato – poniamo un problema di carattere costituzionale perché i contributi sono stati versati anche per rendere le pensioni reversibili”.
Per Giovanni Orsini (Uil pensionati) è necessario inoltre modificare la legge Fornero “per facilitare la flessibilità in uscita e permettere l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro”. Tra le richieste da sottoporre al Governo figurano anche la tutela del potere d’acquisto delle pensioni; il recupero del danno prodotto dal blocco della rivalutazione; la separazione tra previdenza e assistenza; uguali detrazioni fiscali per lavoratori dipendenti e pensionati; l’estensione degli 80 euro alle pensioni più basse; maggiori risorse per l’invecchiamento della popolazione e una legge quadro per la non autosufficienza.
A sottolineare come l’Abruzzo viva una situazione particolarmente critica è Luigi Pietrosimone, della Fnp Cisl:
“Al di là delle promesse, riscontriamo nella nostra regione una grave crisi occupazionale. Attraverso queste manifestazioni – ha concluso – vogliamo porre l’attenzione su questi problemi e cercare un confronto con la giunta regionale per una concertazione finalizzata a risolvere la situazione”.