Abruzzo: dimensionamento scolastico, parziale retromarcia della Regione

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In Abruzzo sul dimensionamento scolastico parziale retromarcia della Regione: si passa da 11 a 7 istituzioni da tagliare. Per la Flc Cgil si tratta di un piccolo passo avanti frutto della battaglia sindacale portata avanti

Nell giornata di ieri, giovedì 4 gennaio 2024, la Giunta regionale ha approvato la proposta di piano di dimensionamento scolastico, presentata dall’assessore Piero Quaresimale. In Abruzzo, nell’anno scolastico 2024/25, verranno soppresse e accorpate sette istituzioni scolastiche a fronte delle undici previste (tre in provincia dell’Aquila, due nella provincia di Pescara e due in quella di Chieti).

Si tratta di fatto di una parziale retromarcia della Regione, dovuta all’intervento del Governo, che nel decreto Milleproroghe ha consentito di derogare fino al 2,5% rispetto al numero delle scuole da tagliare.

«Un piccolo passo avanti, frutto dell’iniziativa della Flc Cgil, che per oltre un anno ha contrastato a livello nazionale e territoriale il taglio delle scuole», si legge nella nota del sindacato a firma di Pino La Fratta, segretario Flc Cgil Abruzzo Molise. «Più volte nei tavoli provinciali e regionali abbiamo sollecitato i rappresentanti politici a intervenire per tutelare le specificità del nostro territorio: la particolare conformazione territoriale dell’Abruzzo, la presenza di aree interne e la mancanza di efficienti reti di trasporto rendevano necessaria una deroga ai criteri generali. I fatti degli ultimi giorni ci danno ragione: tornare indietro è sempre possibile, occorre solo la volontà politica di farlo.»

Nella nota sindacale si specifica che tuttavia la misura in oggetto non rappresenta un vero cambio di strategia politica: si tratta di un provvedimento temporaneo (valido solo per il 2024/25) e inoltre le risorse per finanziare le deroghe verranno sottratte al Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa delle scuole. In pratica si spostare solo di un anno il taglio effettivo delle Istituzioni scolastiche: senza un ulteriore intervento normativo entro il 2026/27 si dovranno  comunque tagliare altre sei scuole, per arrivare al contingente previsto di 177 istituzioni scolastiche in luogo delle 190 attuali.

«Noi non ci rassegniamo ai tagli, sia presenti che futuri: chiediamo che vengano convocati da subito tavoli di confronto su tutti i territori in cui sono stati disposti accorpamenti, al fine di verificare gli effetti per il personale e per gli organici», ha aggiunto il segretario La Fratta. «Inoltre è necessario che tutti i nostri rappresentanti politici si attivino per scongiurare ulteriori soppressioni, che al momento sono state solo rinviate. La scuola ha bisogno di tranquillità e normalità, non di interventi confusi ed estemporanei. Continueremo a mobilitarci e a lottare per questo obiettivo e lo faremo a partire dalla ripresa delle attività didattiche, organizzando assemblee in tutti i luoghi di lavoro.»