Appalti pubblici al Comune di Pescara: l’Anac certifica i dubbi sollevati dal consigliere Blasioli su viale Marconi e altri interventi. Rilevato un sistema fortemente lesivo delle regole di trasparenza delle pubbliche amministrazioni. «Masci fornisca chiarimenti alla città». La replica di Masci arriva in serata
La gestione degli appalti e degli affidamenti diretti, portata avanti dal Comune di Pescara nel 2022 e in parte del 2023, è stata al centro di un lavoro di approfondimento portato avanti dal consigliere regionale del Pd, Antonio Blasioli che in conferenza stampa ha annunciato quanto emerso.
«Tre giorni fa, il 2 gennaio, l’Anac (Autorità nazionale anticorruzione), a cui mi ero rivolto», ha dichiarato il consigliere Blasioli, «mi ha inviato la seguente comunicazione: “Con riferimento alla Vs. segnalazione e alle Vs. richieste di aggiornamento […] si comunica la definizione del procedimento, con nota a firma del Dirigente, in cui è stata contestata la non conformità delle gestione delle procedure di affidamento degli appalti di lavori attuata nel periodo di riferimento, compreso tra il 2022 e il primo trimestre del 2023, al disposto di cui agli art. 36, commi 1 e 2, stante le riscontrate molteplici violazioni del principio di rotazione e del più generale principio del favor partecipationis, oltre che dei principi di economicità ed efficacia dell’agire della Pubblica Amministrazione”.
La mia segnalazione all’Anac, così come quella inviata alla Procura generale della Corte dei Conti – che invece immagino stia ancora esaminando i casi da me evidenziati -, nacque da una lunga serie di denunce pubbliche a cui il Comune di Pescara non ha mai sentito il dovere di fornire spiegazioni.»
Secondo quanto segnalato dal consigliere regionale Pd, Antonio Blasioli, in varie occasioni era stato evidenziato come dal 2021, sia per quanto concerne i lavori su viale Marconi che per altri interventi riguardanti la riqualificazione delle aiuole della riviera per il Giro d’Italia, il Comune di Pescara avrebbe violato le prescrizioni dell’art. 36 del D.Lgs. 50/2016, «mediante affidamenti diretti a vantaggio delle stesse ditte e senza attenersi al principio di rotazione e di libera concorrenza. In alcuni casi, come da documentazione fotografica prodotta a suo tempo, i lavori sono stati per giunta realizzati prima della pubblicazione della determina di affidamento.»
«Ebbene, oggi l’Anac ci ha comunicato di aver chiuso il procedimento rilevando tutte le criticità da noi anticipate. Mi preme precisare che, pur ipotizzando un collegamento diretto tra le violazioni in questione e l’inchiesta della Procura condotta dalla Guardia di Finanza – che ha segnato uno dei momenti più bassi della storia del Comune di Pescara -, i due procedimenti restano nettamente distinti, in quanto nati da impulsi differenti. Sull’inchiesta della Procura non intendo esprimermi, anche perché, stando a quanto mi risulta, non sono ancora stati emessi gli avvisi di conclusione delle indagini, e allo stesso modo non intendo entrare nel merito della procedura sanzionatoria che l’Anac e la Corte dei Conti vorranno avviare.
Preferisco piuttosto soffermarmi sull’importante comunicazione ricevuta dall’Anac, che oltre a riaccendere i riflettori su uno degli appalti peggio riusciti della Giunta Masci, quello di viale Marconi, e sull’uso improprio dei fondi PNRR, ritiene più che fondati i dubbi da me sollevati su di un sistema di commesse pubbliche, messo in piedi nel settore lavori pubblici del Comune di Pescara, per il quale venivano privilegiati sempre gli stessi operatori economici, i quali da un lato ricevevano continuativamente affidamenti diretti e dall’altro venivano anche invitati alle procedure negoziate effettuate dall’ente.
In attesa di conoscere integralmente la ricostruzione dell’Anac, dato che al momento sono in possesso del solo estratto di definizione del procedimento, intendo chiedere per l’ennesima volta al Sindaco Masci di spiegare alla cittadinanza cosa sia avvenuto per tre anni nel settore lavori pubblici, sperando che almeno in questo frangente, in cui non sono sotto accusa condotte di vita personali ma una strutturale carenza di trasparenza, ci vengano forniti chiarimenti. Chiarimenti che tra l’altro, in un primo tempo, sono stati negati perfino all’Anac, che ha dovuto inviare vari solleciti prima di ottenere tutte le risposte e i documenti necessari.
Contestazioni analoghe erano state sollevate nei giorni scorsi all’indirizzo dell’amministrazione comunale dell’Aquila. Tuttavia, facendo un piccolo raffronto, dobbiamo rilevare come nell’intervallo di 15 mesi preso in esame da Anac, nel Comune di Pescara il ricorso a procedure aperte, e quindi più trasparenti, sia stato di gran lunga inferiore rispetto al caso aquilano. Da un calcolo da noi effettuato emerge infatti come nel settore lavori pubblici il Comune di Pescara, in questi anni passati al setaccio, abbia sfiorato praticamente il 90% degli affidamenti diretti, a fronte del 58% registrato dall’Aquila.
Ora non ci resta che attendere l’evoluzione di questo procedimento, che in ogni caso ha già accertato un quadro anomalo e pieno di ombre. Un sistema ambiguo, chiaramente lesivo delle regole di trasparenza delle pubbliche amministrazioni, di cui il Sindaco non poteva che essere a conoscenza, visto che il settore dei lavori pubblici era affidato al suo dirigente di fiducia. Inutile dunque nascondersi, anche questa volta, dietro il consueto schema di ripartizione delle responsabilità, accampando il pretesto di questioni amministrative di competenza strettamente dirigenziale, in quanto finirebbero per produrre l’effetto opposto, lasciando emergere la figura di un Sindaco distratto, inconsapevole e inadeguato a guidare una macchina complessa come quella del Comune di Pescara. In sostanza, o il Sindaco ha deciso di tollerare certe condotte, e forse in taluni casi le ha persino caldeggiate al fine di rimediare ad errori evidenti (vedasi viale Marconi), oppure, caso forse ancora più grave, non si è accorto di niente. Anche perché i Consiglieri Comunali di centrosinistra già da tempo avevano portato alla sua attenzione la cosa mediante svariate attività istituzionali, quali interrogazioni e consigli comunali straordinari, che hanno incontrato sempre la stessa inattendibile risposta: «i criteri seguiti per l’affidamento diretto sono quelli contenuti nella legge di conversione n. 120/2020 e cioè i principi di economicità, efficacia e efficienza e della rotazione degli affidamenti ex art. 36 D.Lgs. 50/2016».
In serata arriva la replica del sindaco Masci.
«Il consigliere Antonio Blasioli – dice il sindaco – commenta, nella sua ultima violenta e ingannevole comunicazione, una lettera dell’Anac, susseguente al suo solito esposto (evidentemente è il solo modo che conosce per fare opposizione politica), indirizzata non al sindaco ma direttamente al settore Lavori Pubblici del Comune. La lettera dell’Anac è incentrata sul criterio di rotazione delle imprese, tema sul quale Blasioli fa accuse gravissime nei miei confronti, ledendo la mia immagine e la mia dignità formulando accuse false, infondate e fuori da qualsiasi contesto logico, fattuale e giuridico».
Il sindaco sottolinea il fatto che lettera dell’Anac non contiene prescrizioni per il Comune, ma un invito a verificare in maniera puntuale la normativa di settore, con la precisazione della possibilità di deroga al principio di rotazione nel caso di motivate esigenze.
«Al consigliere Blasioli, evidentemente in preda alla frenesia elettorale – continua Masci – va ricordato che il sindaco, per legge, non può intromettersi nelle scelte gestionali che competono solo ed esclusivamente alla struttura amministrativa: in particolare ciò vale per la scelta delle procedure amministrative per gli appalti pubblici, così come per il controllo della trasparenza degli atti. Diversamente, qualora il sindaco si interessasse a tali procedure, incorrerebbe, allora sì, nel reato di abuso d’ufficio. Ma Blasioli fa finta di non conoscere la legge e interpreta a modo suo i contenuti della comunicazione dell’Anac.
Di una cosa può essere certo il consigliere Blasioli, come già ne sono certi i pescaresi, che non si fanno minimamente influenzare e strumentalizzare dai beceri tentativi diffamanti ogni giorno messi in campo da chi sa soltanto proporre accuse e offese nei confronti dell’avversario, questo sindaco conosce la legge e la rispetta in modo pedissequo; questo sindaco svolge con passione e dedizione il suo ruolo, non invadendo mai la sfera dirigenziale e non influenzando scelte di carattere economico, come invece altri ben conosciuti amano fare. Questo comportamento non deriva né da incompetenza, né da distrazione, ma dal rispetto dei ruoli e della legge.
La lotta politica non può e non deve scadere a questi livelli. E alla luce delle affermazioni offensive che Blasioli ha rivolto nei miei confronti mi riservo di verificare se sussistono gli estremi della querela per diffamazione, per tutelare la mia persona».