A L’Aquila inaugurazione dell’Anno Giudiziario, con la relazione della presidente della Corte d’Appello Fabrizia Francabandera: “Oggi ci sono più risorse, anche grazie al Pnrr”. Allarmante l’escalation dei femminicidi
Il Pg ha fissato gli obiettivi: “Entro il 2026 va abbattuto il 90% dell’arretrato civile e va ridotta la durata media dei procedimenti del 55% nel settore civile e del 25% in quello penale”.
Ampio focus sulle riforme nella relazione di Francabandera: “Il nuovo quadro processuale desta preoccupazione negli Uffici minorili. Le nuove norme trovano applicazione parziale e hanno già evidenziato non poche criticità, soprattutto considerando i termini stringenti con cui dovranno essere trattati i procedimenti in materia di potestà genitoriale, i più delicati, per i quali non ci si potrà più avvalere della delega ai giudici onorari, nemmeno per la fase di ascolto dei minori”.
“Nel settore penale”, ha aggiunto -“sono aumentate le archiviazioni (e, in misura minore, le pronunce). Sono aumentate le dichiarazioni di difetto della condizione di procedibilità, essendo stato fortemente ampliato il catalogo dei reati per i quali è oggi prevista la querela. Sono stati definiti, e quindi sottratti all’arretrato, i numerosi processi sospesi a tempo indeterminato per irreperibilità degli imputati, per i quali è oggi previsto il “recupero” in caso di esito positivo delle ricerche. È, invece, ancora scarsa l’incidenza delle condotte riparatorie e dei casi di messa alla prova, istituti finalizzati ad agevolare l’uscita precoce dal circuito penale, che non sembra abbiano incontrato il favore del ceto forense”.
“I giudici del Distretto, sia in primo grado che in appello, hanno cominciato, sia pure timidamente, ad applicare le prime pene sostitutive delle pene detentive di breve durata: semilibertà, detenzione domiciliare, pene pecuniarie e lavoro di pubblica utilità. In atto” -ha spiegato- “c’è anche un’opera di riqualificazione del patrimonio immobiliare. Buone notizie sul Personale amministrativo che è aumentato e la scopertura in vari uffici è stata dimezzata mentre resta problematica la situazione nei tribunali infraprovinciali anche se l’accorpamento è rinviato. Resta però alta la scoperta di dipendenti a tempo indeterminato in Corte d’Appello. La copertura della pianta organica dei Magistrati” -ha rilevato Francabandera- “resta una nota dolente.
I REATI – Dati allarmanti per i reati di genere tra cui i femminicidi. Nel 2023 in Abruzzo ce ne sono stati cinque, il tasso più alto in Italia. L’adeguamento del codice rosso ha portato anche più lavoro e necessità. Anche gli uffici minorili segnalano con preoccupazione l’aumento dei reati compiti da minori e c’è anche la problematica dei minori stranieri non accompagnati, in Abruzzo 839. Nel settore civile lavoro efficace il lavoro dei giudici di pace. L’arretrato civile ultratriennale, vera nota dolente del sistema, è diminuito rispetto alla baseline dell’anno 2019, in linea con gli iniziali obiettivi PNRR. Preoccupante però l’arretrato di Teramo.
In Corte d’Appello pur a fronte di un lieve aumento dei procedimenti di nuova iscrizione nelle sezioni civile e lavoro (poco oltre 2.300, con un incremento del 2% circa rispetto all’anno precedente), si registra un egualmente lieve aumento delle definizioni (quasi 3.000 sentenze) ed una più consistente diminuzione della pendenza complessiva delle due sezioni.
SEDI E PERSONALE – Sul fronte degli uffici permangono le criticità dei lavori al Palazzo di giustizia dell’Aquila più volte denunciate. La distribuzione degli spazi fra i quattro uffici ospitati nell’immobile (Corte d’Appello, Procura Generale, Tribunale e Procura della Repubblica) non è adeguata alle reali esigenze degli stessi. Per ora resta del tutto ignorato il tema della eventuale sistemazione del personale in servizio negli accorpandi Tribunali di Avezzano e Sulmona, tuttora in regime precario di ennesima proroga, fino al 31.12.2025.