Anche nel centrosinistra abruzzese cresce l’entusiasmo per le elezioni regionali del prossimo 10 marzo. D’Amico: «Con la Sardegna possibile “effetto domino”»
Con la vittoria in Sardegna di Alessandra Todde, candidata del M5s alle elezioni regionali in Sardegna , appoggiata dal Pd, anche nel centrosinistra abruzzese cresce l’entusiasmo. Il candidato del campo largo, Luciano D’Amico, parla di possibile “effetto domino” e si dice pronto a formare un governo che dia risposte alle esigenze dei cittadini abruzzesi.
«Se credo nell’effetto domino? Sì. Sono convintissimo che Alessandra Todde riuscirà a trovare le soluzioni ai problemi dei sardi ed è necessario che anche l’Abruzzo abbia un governo che dia risposte alle esigenze dei cittadini abruzzesi», ha dichiarato il candidato presidente Luciano D’Amico.
A commentare il risultato delle regionali in Sardegna è anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, concentrata sul prossimo appuntamento elettorale del 10 marzo che riguarderà l’Abruzzo.
«È stata davvero dura, non avevo certezze nemmeno io stavolta. Era dal 2015 che non strappavamo una Regione alla destra. È la nostra prima reconquista e non sarà l’ultima. Questo è il mio messaggio per Giorgia Meloni.
In Abruzzo il centrosinistra stavolta al completo ci può regalare un’altra sorpresa. Ma anche la costruzione del campo dell’alternativa, a cui lavoro sin dal principio con spirito testardamente unitario. La vittoria di domenica dimostra due cose: che la premier non è imbattibile e che se stiamo insieme tutto diventa possibile.
In Sardegna è stato un meraviglioso gioco di squadra e io sono doppiamente contenta, perché il Pd ha fatto così bene da diventare il primo partito. Gli elettori hanno capito quel che volevamo fare: costruire insieme agli alleati un progetto serio attorno a una donna capace e competente. È il metodo di lavoro che alla fine ci ha premiato e che a me piacerebbe replicare, da qui in avanti. Il sorpasso del Pd su FdI mi pare la migliore risposta a qualsiasi polemica di questo tipo.
Se siamo uniti la destra si può battere.
La Sardegna non è terra da test nazionali, ha una storia e una sua specificità, però qui è successo qualcosa. Non ha perso solo Truzzu, ha perso la premier che ha imposto con arroganza il suo candidato, sfilandolo a Salvini. Hanno preso una sberla micidiale, di cui Meloni deve assumersi la piena responsabilità. Meloni ha forzato e ha trascinato pure Salvini nella disfatta. Cosa che ci regala speranza ed entusiasmo per le prossime scadenze, a iniziare dal 10 marzo in Abruzzo, su cui chiameremo alla mobilitazione l’intera coalizione da Calenda a Fratoianni.»
Il servizio del Tg8