Covid 19 Pescara: ordinanza antiasporto alcolici, “Danno per le imprese”

Covid 19 Pescara: l’ordinanza del sindaco Masci, che da oggi e fino al 14 giugno vieta la vendita per asporto di alcolici dalle ore 20 alle 7 con l’obiettivo di evitare assembramenti, desta perplessità e malumori. Confesercenti: “Misura dannosa per le imprese”.

“Abbiamo partecipato a tante riunioni con sindaco e assessori della giunta comunale di Pescara, oltre che a diverse sedute di più commissioni consiliari, e mai nessuno ha fatto menzione della imminente emanazione di un’ordinanza contro l’asporto. Siamo sorpresi e amareggiati e riteniamo a questo punto un’inutile presa in giro la richiesta di partecipazione a queste riunioni”. Lo denunciano il presidente di Confesercenti Pescara, Raffaele Fava e il direttore Gianni Taucci. “Siamo abituati a confrontarci con le amministrazioni, non a fare da scenografia e l’ordinanza che abbiamo letto sui giornali colpisce duramente le attività che in questi mesi sono sopravvissute proprio con l’asporto. Siamo tutti favorevoli a un miglior controllo della città, ma non comprendiamo gli effetti positivi di un divieto di vendita da asporto degli alcolici limitata agli esercizi di somministrazione, mentre continua a essere consentita nei supermercati.
Una scelta che, senza alcuna indicazione del governo nazionale, mette Pescara in una situazione isolata e di dubbia efficacia e che con la limitazione degli orari rischia di essere ricordata come l’ordinanza ammazza locali.
Non sappiamo se Masci voglia davvero passare alla storia come il sindaco che ha spento la sua città: per questo diciamo che se vuole assumere provvedimenti che vanno oltre le direttive nazionali, si deve far carico di strumenti straordinari di sostegno alle imprese pescaresi. Garantisca bonus alle imprese che saranno colpite da questa ordinanza a differenza delle imprese del resto d’Italia”.

Dello stesso parere è il portavoce pescarese dell’Italian Hospitality Network (Ihn) Daniele Giannascoli.

“Così non si evitano assembramenti. Il proibizionismo non ha mai portato a nulla di buono, anzi. Così si creano ulteriori malumori in un settore già devastato dalla crisi. Ci vediamo negato il diritto a lavorare e sfamare le nostre famiglie”, afferma il portavoce pescarese dell’Italian Hospitality Network (Ihn) Daniele Giannascoli. L’Ihn – con lo slogan “noi non siamo movida, siamo bar industry” – è nato durante il lockdown, “in mancanza totale di aiuto dalle istituzioni al mondo della bar industry, per garantire la sopravvivenza di un settore che traina il turismo e promuove il bere bene e responsabile”.

Secondo gli operatori del settore sarebbe più opportuno limitare la vendita di alcolici nelle attività che non hanno la somministrazione di bevande: gli assembramenti non derivano dai locali, ma da persone che acquistano in altri tipi di esercizi.

“Con questa ordinanza non si evitano gli assembramenti”, sostiene Giannascoli.

Il provvedimento del sindaco, infatti, non interessa supermercati e centri commerciali. Il locale di Giannascoli, il White Cliff, nella zona di piazza Muzii – distretto ‘food and beverage’ più importante d’Abruzzo – ad esempio, prima dell’emergenza aveva circa 50 coperti, oltre alle persone in piedi. Adesso i posti a sedere sono scesi a 15, il 70% in meno.

“Per questioni logistiche non posso usufruire dell’unico aiuto che è arrivato dalle istituzioni, cioè il raddoppio del suolo pubblico”, aggiunge Giannascli, facendoci portavoce dell’intera categoria di cui è esponente. “Togliendo l’asporto mi tagliano le gambe sull’unica cosa che poteva farmi lavorare un po’. Ho speso centinaia di euro per acquistare prodotti biocompostabili per l’asporto, in un momento in cui non potevo permettermi di spendere un euro. Cosa dovrei fare?”

I malumori dei gestori riguardano non solo lo stop all’asporto, ma anche gli orari rigidissimi. La chiusura infatti è imposta alla mezzanotte nei giorni feriali e all’una nei weekend, con il risultato che, soprattutto in quei locali in cui l’attività si svolge dopo cena, si creano folle e lunghe code.

Imponenti i controlli delle forze dell’ordine, che ieri hanno denunciato per oltraggio, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale e sanzionato un gestore che ha protestato contro la polizia.

“C’è un clima di esasperazione e questo può essere solo l’inizio”, commenta Giannascoli. “Ben vengano i controlli, ma bisogna stare attenti con la repressione. Gli occhi sono tutti puntati su di noi. Controllassero anche quello che accade di giorno o nel resto della città e non soltanto il centro. Garantire la salute pubblica e il benessere vuol dire anche permetterci di lavorare dopo mesi durissimi. Il timore che la politica sfrutti questo momento drammatico per i suoi giochetti, inoltre è forte”.

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