All’Aquila presentato il progetto di riqualificazione dello stadio: il Gran Sasso d’Italia, uno dei pochi senza barriere, sarà un polo di rigenerazione urbana e territoriale
Nel 2009 era una tendopoli, ora è uno dei pochi stadi d’Italia senza barriere architettoniche, ma in futuro il Gran Sasso d’Italia si candida a diventare un vero e proprio polo di rigenerazione urbana e territoriale di riferimento per il centro sud con la riqualificazione dello stadio, la costruzione di un nuovo centro sportivo e un Academy center.
Il progetto “Non è solo calcio” attribuisce un ruolo di centralità urbana allo stadio, basato sui valori dello sport e dell’inclusività e inteso come luogo di vita sociale, incubatore di idee e start up, luogo di formazione e crescita di giovani calciatori e calciatrici e laboratorio per nuove tecnologie, energie rinnovabili e digitalizzazione.
La Polisportiva che nascerà, ingloberà oltre al calcio a 11 e al calcio a 5 anche altre discipline.
L’Aquila 1927 è la prima società che in 95 anni di storia ha preso in gestione lo stadio, avviando con il Comune un vero e proprio partenariato.
Il progetto accantona l’idea di stadio come struttura marginale, rendendolo interconnesso con la città e capace di ospitare iniziative sette giorni su sette. Il nuovo stadio, sostenibile e senza barriere, sarà un connubio tra sport e cultura con il teatro da 400 posti.
A fine marzo partirà il cantiere del lotto nord con la curva coperta da due mila posti; cambierà anche la viabilità con parcheggi e una nuova bretella di accesso al nuovo impianto sportivo.
La capienza del nuovo stadio, che ora è di 6.100 posti, a fine lavori raggiungerà i 7.500. Il progetto finale prevede anche locali commerciali, bar e una foresteria.
Il progetto stadio è parte integrante della campagna di Equity crowdfunding che partirà il prossimo 21 marzo e grazie alla quale ognuno potrà diventare socio del club.