A fronte dei quasi duemila studenti immatricolati in meno l’anno scorso l’università dell’Aquila ha registrato il 7% in meno degli studenti inattivi, ossia di coloro che durante il primo anno non fanno esami e che sono, dunque, più suscettibili ad andare via.
A dirlo è la rettrice dell’ateneo aquilano, Paola Inverardi, nel fuoco delle polemiche e delle proteste studentesche per la scelta di ripristinare, un anno fa, il pagamento delle tasse e il numero chiuso in 4 corsi di studio sollecitando il ritorno alla normalità dopo sei anni dal sisma. Numeri che comunque hanno scatenato polemiche e che preoccupano gli studenti, che parlano di “tracollo del sistema universitario aquilano”. Del futuro dell’ateneo e dei numeri che comunque fotografano una situazione ancora incerta, si è parlato ieri in uno dei dibattiti conclusivi del Festival della Partecipazione, dedicato al “futuro dell’università”.
Il direttore del Gssi Eugenio Coccia ha ricordato la dimensione internazionale che L’Aquila sta prendendo anche grazie alla scuola di alta formazione. Oltre ai tanti premi vinti dai ricercatori del Gssi e ai progetti in corso, a ottobre partirà la scuola di alta formazione per gli alti dirigenti della pubblica amministrazione. Bilancio positivo per la quattro giorni di festival, con 30 mila presenze, 80 appuntamenti e oltre 100 ospiti che hanno animato laboratori, conferenze, dibattiti, concerti gustando anche buon cibo. Una quattro giorni che è stata una fabbrica di idee per riscoprire il piacere dello stare insieme e costruire le nuove forme della politica, dell’attivismo e della cittadinanza, in cui si è discusso di ricostruzione, di informazione, di arte, di università, di cultura, di economia.