Botta e risposta tra Snam e Comitati cittadini sul cantiere di Case Pente a Sulmona. Snam: «Regolarmente autorizzato», ma i comitati cittadini annunciano flash mob e sigilli: «Dalla Snam solo falsità. Pronti a un confronto pubblico»
Va avanti il dibattito sulla realizzazione della centrale e del metanodotto Linea Adriatica che la Snam ha avviato nel cantiere di Case Pente a Sulmona. L’annuncio dei Comitati cittadini per l’ambiente – Coordinamento No hub del gas di programmare per domenica 26 maggio alle ore 11 un flash mob e mettere i sigilli al cantiere di Snam definito illegale (leggi Centrale Snam: flashmob con sequestro del cantiere abusivo), ha riacceso la discussione con un botta e risposta di entrambe le parti che pubblichiamo di seguito.
Pubblichiamo di seguito il comunicato di Snam in risposta al flash mob annunciato dai comitati cittadini contro il cantiere di Case Pente a Sulmona.
Ai fini di una informazione corretta e veritiera sulla realizzazione del metanodotto Rete Adriatica in Abruzzo Snam comunica, con una nota, che il cantiere di Snam di Case Pente è regolarmente autorizzato e procede nel pieno rispetto delle normative. Segnatamente, i termini della pubblica utilità e l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio della Centrale di Sulmona sono stati prorogati dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica nel luglio 2023.
Rispetto alla valutazione d’impatto ambientale (VIA) inerente la centrale di Sulmona si segnala che il Consiglio di Stato si è pronunciato più volte in favore della stessa, confermandone la validità con sentenze nel 2020 e nel 2021 (anche nell’ambito dei giudizi che si sono riferiti all’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio). Più di recente, il Tar Lazio nel 2023 con due sentenze, passate in giudicato, ha poi confermato anche la validità del decreto di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA relativa alle emissioni) per la Centrale di Sulmona. Da ultimo nel 2024 il TAR Lazio ha ulteriormente confermato la validità all’autorizzazione, alla costruzione e all’esercizio del metanodotto Sulmona-Foligno.
Relativamente al tema sismico e geologico, la rete dei gasdotti e degli impianti di Snam Rete Gas è stata progettata e realizzata sulla base delle più restrittive normative nazionali e internazionali di riferimento, che garantiscono l’esercizio in condizioni di massima sicurezza, anche in presenza di eventi sismici. In occasione dei più importanti terremoti registrati negli ultimi 50 anni (ad esempio Friuli 1976, Irpinia 1980, Abruzzo 2009, Emilia-Romagna 2012) l’infrastruttura di Snam Rete Gas non ha mai subito danneggiamenti né interrotto la propria operatività. Per il metanodotto Sulmona-Foligno, inoltre, ulteriori approfondimenti relativi al tema della sismicità rispetto a quanto previsto dalla normativa di legge sono stati affidati in qualità di ente terzo all’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(Ingv).
Una volta terminate le operazioni di posa dei gasdotti infine, Snam si fa carico del pieno ripristino ambientale delle aree attraversate, procedendo al loro completo recupero naturalistico, paesaggistico e produttivo, con particolare attenzione al tema della biodiversità.
Si segnala infine che il progetto Linea Adriatica, di cui fa parte la centrale di compressione di Sulmona, ritenuto strategico non soltanto dall’Italia, ma anche dall’Unione Europea, risponde alla necessità di incrementare la capacità di trasporto del gas lungo un asse, quello da sud a nord, che con lo scoppio del conflitto russo ucraino è diventato la prima direttrice degli approvvigionamenti di metano del Paese (Paese che per il 95% degli stessi è dipendente dalle importazioni) e serve anche ad abilitare l’export verso nord, atteso in crescita, in ottica di solidarietà europea.
Ed ecco di seguito la replica dei Comitati cittadini per l’ambiente e del Coordinamento No Hub del Gas.
La Snam continua a dire falsità. La invitiamo a un confronto pubblico.
Nel suo comunicato di risposta la Snam, come un disco rotto, continua a diffondere bugie secondo il suo tradizionale metodo, sperando così di ingannare l’opinione pubblica. La multinazionale del fossile sostiene di operare «in trasparente raccordo con le amministrazioni locali». Niente di più falso: in venti anni i dirigenti e i tecnici della Snam hanno accettato di incontrare l’amministrazione comunale e i cittadini di Sulmona una sola volta, nel 2009. Pertanto invitiamo i responsabili della società a un confronto pubblico da tenersi nella nostra città. Scelgano loro la data e il luogo: noi siamo pronti.
Ancora più plateale è la bugia secondo cui l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio della centrale di Sulmona sarebbe stata prorogata nel luglio dello scorso anno. Con il Decreto direttoriale del 14 luglio 2023, a firma del direttore generale del MASE dott.ssa Marilena Barbaro, sono stati prorogati i termini della pubblica utilità e del vincolo preordinato all’esproprio, ma non l’avvio dei lavori di costruzione della centrale, i cui termini sono irrimediabilmente scaduti il 7 marzo 2023. Pertanto il cantiere allestito in data 1° marzo 2023 è solo un banale trucco escogitato dalla Snam nel tentativo di evitare la decadenza dell’autorizzazione a costruire. Il cantiere è stato presentato come “avvio dei lavori” ma ciò non poteva e non può essere, perché non sono state adempiute le prescrizioni ante operam stabilite dal Decreto VIA n.70 del 7 marzo 2011 quale condizione fondamentale per l’inizio dei lavori.
Sulla presunta necessità, e addirittura “strategicità”, della centrale e del metanodotto Linea Adriatica la Snam scivola rovinosamente sugli specchi su cui cerca di arrampicarsi. I dati da essa stessa citati confermano che l’opera è totalmente inutile. Da quando è stato presentato il progetto, nel lontano 2005, fino al dicembre 2023 il consumo di gas in Italia ha subito un vero e proprio tracollo, passando da 86,2 miliardi di metri cubi ad appena 61, 5 miliardi di mc.
E i dati dei primi tre mesi del 2024 confermano il trend in discesa dei consumi. Questo significa che il nostro Paese raggiungerà con diversi anni di anticipo il traguardo dei 60 miliardi di metri cubi, fissato al 2030.
Oggi le importazioni di metano dalla Russia sono quasi azzerate e l’Italia, nonostante non esista né la centrale né il metanodotto Sulmona-Minerbio, non ha alcun problema di approvvigionamento di gas. Anzi, ne ha tanto a disposizione che può anche permettersi di aumentare le esportazioni. Ma anche in Europa i consumi di gas sono in forte diminuzione, ancora più che in Italia, per cui quello della Snam di diventare un “hub del gas” è solo un sogno irrealizzabile.
Un sogno che però gli italiani rischiano di pagare molto caro, attraverso un enorme sperpero di denaro (2 miliardi e 500 milioni di euro) che invece potrebbe essere utilizzato per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e per mettere in sicurezza il territorio, sempre più colpito da eventi meteo estremi conseguenti al cambiamento climatico provocato dall’uso dei combustibili fossili.
Se mettiamo sui piatti di una ipotetica bilancia i vantaggi e le conseguenze negative dell’assurda opera che la Snam, per puro profitto, vuole imporre all’Italia, troviamo che il piatto dei vantaggi si presenta vuoto mentre quello dei costi, dei danni e dei rischi è pesantissimo.
Perciò, perdurando l’inerzia delle autorità che sarebbero dovute intervenire e finora non lo hanno fatto.
Domenica 26 maggio alle ore 11 – come preannunciato – saranno i cittadini, al termine del flash mob teatrale, a mettere i sigilli all’illegale cantiere che la Snam ha aperto a Case Pente di Sulmona.