Wwf Abruzzo: dalla Giunta Marsilio ok all’abbattimento di 500 cervi

Il Wwf Abruzzo denuncia l’approvazione dell’abbattimento di quasi 500 cervi da parte della Giunta Marsilio dal 14 ottobre: «Da animale iconico e rappresentativo della natura selvaggia della nostra regione a bersaglio dei cacciatori!»

Con una delibera di Giunta dell’8 agosto 2024, la Regione Abruzzo ha approvato il prelievo selettivo al cervo a partire dal 14 ottobre (nella foto un cucciolo di cervo fotografato da Sefora Inzaghi). A denunciarlo è il Wwf Abruzzo. L’abbattimento sarà effettuato esclusivamente da cacciatori abilitati e avverrà in due aree dell’Abruzzo aquilano, definite Comprensorio 1 e Comprensorio 2, negli Ambiti territoriali di caccia (ATC) Avezzano, Sulmona, Subequano, L’Aquila e Barisciano, al di fuori delle aree protette e della Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.

«Una decisione che lascia davvero attoniti, sia sul piano riferibile alle logiche naturalistiche ed ecosistemiche sia su quello più emotivo: per accontentare un piccolo gruppo di cacciatori, verso i quali presidente e vicepresidente della Regione Abruzzo manifestano una sempre maggiore sudditanza, si abbandona impunemente la visione di un Abruzzo capace di convivenza con la fauna selvatica e soprattutto si tradisce un modello di educazione ambientale e di tutela della biodiversità faticosamente delineato negli anni», denuncia Filomena Ricci, delegata Wwf Abruzzo. «Leggeremo con attenzione i documenti pubblicati dalla Regione Abruzzo per valutare ogni azione possibile da mettere in campo per contrastare questa scelta. La gestione della fauna è questione complessa che non può essere trattata come fosse un problema venatorio, né si può ricorrere ai fucili come unica soluzione. Quanto accaduto per altre specie, come il cinghiale che, pur sottoposto a ogni tipo di prelievo venatorio non si riesce a controllare, dovrebbe essere emblematico.»

La recente scelta del governo regionale che il Wwf disapprova si lega anche al fatto che in Abruzzo alcuni paesi hanno costruito sulla presenza manifesta dei cervi la propria immagine identitaria, facendone un motivo di promozione turistica, tanto da rendere questi animali, per tutti i cittadini e i visitatori del territorio abruzzese, un patrimonio caratteristico della regione e il simbolo stesso della natura che regna in questi luoghi e che rende l’Abruzzo conosciuto e apprezzato ovunque.

«Questi animali hanno il diritto di poter continuare a vivere tranquilli e tutelati sulle nostre montagne», continua Filomena Ricci. «Come giustificazione degli interventi di prelievo vengono spesso accampati i danni che alcune specie, tra cui il cervo, possono provocare in agricoltura o gli incidenti stradali, questioni sicuramente molto importanti e da tenere in grande considerazione. È indubbio però che per limitare tali rischi sul territorio, le azioni da concretizzare in alternativa sarebbero molteplici, mentre ci duole osservare come poche di esse siano state attuate nella nostra regione.»

Tra le soluzioni da mettere in campo, ad esempio, il Wwf Abruzzo indica nei fondi del Pnrr una possibile risorsa per finanziare iniziative ad hoc per il territorio regionale, all’interno di una seria e organica programmazione da effettuare nei vari comprensori territoriali.

«Quante recinzioni, repellenti, dissuasori sono stati forniti agli agricoltori da parte della Regione Abruzzo?», denuncia ancora la delegata del Wwf Abruzzo. «Quante azioni risultano messe in campo per limitare il rischio di impatto con gli autoveicoli, come potenziamento dei sottopassi, costruzioni di sovrappassi, dissuasori? Esiste forse un piano per limitare i danni all’agricoltura basato sulla prevenzione? L’Abruzzo è la nostra casa comune e ci impegneremo sempre con tutte le nostre forze per difenderla, custodirla e curarla e per promuovere una coesistenza con la fauna selvatica senza dover ricorrere per forza alla sua uccisione.»

Anna Di Giorgio: