Ancora un anno e mezzo per mettere la parola fine al processo civile per la morte dell’israeliano Hamade Hussein, chiamato “Michelone”, uno degli 8 ragazzi che hanno perso la vita nel crollo della Casa dello studente la notte del 6 aprile 2009.
Tutto rinviato al 13 gennaio 2021. A deciderlo la giudice Fabrizi del Tribunale del’Aquila. A esprimere amarezza per la mancata risposta alla sentenza di primo gradi da parte di due enti pubblici è l’avvocata Wania Della Vigna.
Amareggia che una sentenza di primo grado emessa a Ferragosto 2018 non sia stata ancora adempiuta, sia Regione Abruzzo sia Adsu non hanno onorato la sentenza. Mi preoccupa non soltanto la posizione dei familiari di Hussein, ma anche di tutte le altre vittime della Casa dello studente e di tutti i ragazzi sopravvissuti che vedranno allungarsi ancora di più i tempi per il giusto risarcimento del dramma che hanno vissuto.
Esattamente a dieci anni dall’anniversario del terremoto che ha riportato tanta attenzione sulla tragedia dell’Aquila, il dolore per la morte di giovani che all’Aquila avevano riposto i loro sogni e le loro speranze non trova ancora risposta. Nell’udienza di ferragosto, il 16 agosto 2019, il Tribunale civile dell’Aquila aveva condannato la Regione Abruzzo e l’Azienda per il diritto allo studio a pagare un milione e 200 mila euro ai familiari di Hamade Hussein, soldi, avevano detto all’epoca i genitori del giovane, che non sarebbero certo serviti per risarcire la morte del figlio: solo un passo verso una giustizia morale che, però, stenta ancora ad arrivare.
Una sentenza di risarcimento immediatamente esecutiva ma sino a oggi né la Regione né l’Adsu hanno onorato la sentenza, nonostante ci sia un’assicurazione aperta proprio a questo scopo.
Oggi l’udienza al tribunale dell’Aquila per l’appello presentato dalla Regione Abruzzo e dall’Adsu contro la sentenza di ferragosto.
Resta l’amarezza dei familiari delle giovani vittime decedute sotto le macerie della Casa dello studente.
LA CONDANNA:
Il Tribunale civile dell’Aquila aveva condannato la Regione e l’Azienda per il diritto allo studio a pagare un milione e 200 mila euro ai familiari di Michelone in una sentenza emessa lo scorso 16 agosto. Durante il processo penale, che si è concluso con la condanna definitiva in Cassazione di quattro tecnici (gli ingegneri Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rosicone a quattro anni di reclusione, il presidente della Commissione collaudo Adsu Pietro Sebastiani a due anni e sei mesi) l’avvocata aveva citato in giudizio proprio la Regione e l’Adsu che, a loro volta, avevano chiamato in causa Università dell’Aquila, il ministero dell’Istruzione e la Angelini immobiliare, società che realizzò l’edificio negli anni Sessanta.