Al via gli indennizzi per i risparmiatori truffati dalle banche, il Mef ha pubblicato il decreto sulla Gazzetta ufficiale. Ci sono 180 giorni per inviare la domanda tramite il portale del Fondo indennizzi per i risparmiatori.
Che sia una vittoria dei risparmiatori beffati dal crac delle banche fallite ormai 5 anni fa è abbastanza assodato, di certo le migliaia di persone che hanno visto andare in fumo i loro risparmi per la fine della Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e di Carife, Carichieti, Banca Etruria e Banca Marche, possono ora sperare di recuperare i loro soldi. II ministero dell’Economia ha pubblicato il decreto apposito sulla Gazzetta Ufficiale, pubblicazione che ha reso contestuale anche l’attivazione del Portale tramite cui presentare le domande di rimborso.
Partono dunque gli indennizzi ai risparmiatori truffati dalle banche. I tempi sono abbastanza lunghi, ci sono infatti 180 giorni (6 mesi) per presentare le richieste di risarcimento. Già attivo il sito del “Fondo per gli indennizzi dei risparmiatori” (FIR) su cui sarà possibile registrarsi, compilare in modo guidato la domanda e inviarla. Come spiega l’avvocata Vanna Pizzi, che ha seguito, portando a buon fine, le cause civili e penali in favore dei risparmiatori dell’ex Banca Etruria del Comitato di Pizzoli, i risparmiatori coinvolti nel crac delle banche potranno fare domanda per ottenere l’indennizzo automatico. Viene dunque riconosciuto automaticamente il 95% della perdita per chi abbia le due “caratteristiche alternative”, che sono relative al reddito (35mila euro di reddito imponibile) oppure al patrimonio mobiliare che non dev’essere superiore a 100mila euro.
Possono fare richiesta d’indennizzo anche i risparmiatori che abbiano già ricevuto il precedente ristoro dell’80%, per tutta la parte restante. Coloro che non detengono né i 35mila euro di reddito imponibile né il limite dei 100mila euro di patrimonio mobiliare possono fare richiesta d’indennizzo a una commissione di valutazione. A inizio luglio il ministro Giovanni Tria aveva già firmato il decreto che istituisce questo organismo. La commissione è formata da 9 membri ed avrà il compito di esaminare ed eventualmente autorizzare gli indennizzi. Anche chi ha già ottenuto un rifiuto in passato può ripresentare istanza.
Il primo caso di risarcimento totale delle somme perse nel crac di Banca Etruria da uno dei sottoscrittori di obbligazioni subordinate che si sono visti azzerare i risparmi in seguito al decreto «Salva Banche» fu proprio in Abruzzo, a Pizzoli, Comune che contò un alto numero di truffati. Il lodo arbitrale dell’Anac riconobbe l’intera somma investita e andata in fumo all’imprenditore aquilano Domenico Ioannucci presidente del Comitato «Difesa dei risparmiatori della Banca Etruria di Pizzoli».
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