L’Ipersimply non torna indietro: si chiude il 30 settembre. Nonostante le proteste dei lavoratori, nonostante le pressioni della Regione e in prima persona del presidente vicario Giovanni Lolli, che è anche assessore regionale alle Attività produttive.
Il sito teramano chiuderà, senza se e senza ma. La battaglia è dunque, ancora una volta, rivolta alla salvaguardia dei posti di lavoro. Dopo la riunione fiume di questa mattina nella sala Giunta di palazzo Silone – tavolo intorno al quale si sono seduti oltre alla Regione, anche Rsu aziendali, i responsabili aziendali della proprietà Sma-Auchan, i sindacati, la Provincia e il Comune di Teramo – l’unico punto fermo è che la chiusura non corrisponderà alla cessazione dei salari: 53 dipendenti per lo più donne, continueranno a ricevere lo stipendio fino a quando non si raggiungerà un accordo. Parola di Lolli, e così è scritto nero su bianco nel verbale siglato fra le parti in tarda mattinata. Un percorso tortuoso quello che attende i dipendenti – ma anche per il territorio teramano che rischia di subire, se non si troveranno soluzioni, un’altra perdita importante sul fronte occupazionale.
Ora toccherà all’azienda – ha una settimana di tempo – presentare un piano di trasferimento dei dipendenti in altri siti produttivi. Con un paletto inderogabile: che non venga superato l’arco territoriale abruzzese e non oltre i 50 km, come prevede la legge. Attesa anche una rosa di proposte alternative da parte dell’azienda, dagli ammortizzatori sociali all’esodo incentivato volontario. Battaglia a oltranza, ha garantito Lolli ai lavoratori ricevuti al termine della riunione, alle 13 e un quarto. Intanto giovedì prossimo un nuovo tavolo nella sede della Provincia di Teramo.
IL SERVIZIO DEL TG8: