Dietro ai 63 milioni di euro relativi ai 120 provvedimenti della ricostruzione privata comunicati nei giorni scorsi in una nota congiunta dal sindaco dell’Aquila Biondi e dal titolare dell’Usra Provenzano si nasconde tanto fumo e poco arrosto. La ricostruzione dell’Aquila rallenta.
Al di là dell’enfatizzazione dei numeri, sono infatti soltanto 32 i milioni di euro del 39esimo elenco definitivo dei buoni contributo da finanziare, rilasciato dal settore Ricostruzione privata del Comune dell’Aquila. Di questi 32 milioni, sono destinati a diventare cantieri in poco tempo soltanto pochissimi progetti (una decina) dell’allegato 1, relativo ai progetti completi di titolo abilitativo edilizio e documentazione complementare, per un totale di 10,2 milioni di euro. I restanti 22 milioni sono nell’allegato 2 e attendono ancora il titolo edilizio, altra documentazione complementare o il parere di antisismicità del genio civile. Per questi ultimi, dunque, la ricostruzione è una chimera.
Dietro al 39esimo elenco dei contributi della ricostruzione pubblicato dal Comune dell’Aquila si nasconde dunque in realtà un forte rallentamento del processo.
Gli interventi dei 50 provvedimenti del 39esimo elenco riguardano il centro storico del capoluogo e alcune frazioni (Onna, Paganica, Monticchio, Bagno, Camarda, Sant’Elia, Roio, Arischia e Coppito), ma in realtà dei 32 milioni quasi la metà tocca a tre aggregati del centro storico, di cui uno, il più corposo da 6 milioni di euro (l’aggregato tra via XX Settembre e via Persichetti) è incluso nell’allegato 2, quindi si tratta di una pratica ancora priva del titolo abilitativo, che chissà quando potrà arrivare.
Puntualizzato che i due enti (Usra e Comune) hanno ruoli differenti nell’iter burocratico della ricostruzione (l’Usra esamina l’aspetto tecnico e stabilisce il contributo, che però alla fine dovrà erogare – se la documentazione inerente le sue competenze è in ordine – il Comune, di qui la differenza spesso tra i due elenchi dell’Usra e del Comune), resta il fatto che dei 63 milioni enfatizzati dal sindaco e dal titolare dell’Usra nel comunicato congiunto, soltanto un terzo si tramuterà in nuovi cantieri.
I 32 milioni, per tornare all’elenco specifico del Comune, sono poi un importo piuttosto basso se paragonato al tiraggio della ricostruzione negli stessi periodi degli anni scorsi.
Lo stesso Salvatore Provenzano, nei giorni a ridosso dell’anniversario del sisma, nel suo bilancio della ricostruzione ha rimarcato che la fine dell’esame delle pratiche della ricostruzione (e presumibilmente dei dei cantieri post-terremoto) la vedremo nel 2024: quattro anni dopo rispetto al cronoprogramma predisposto dalla passata amministrazione, che stabilì nel 2020 la fine della ricostruzione di tutta la città (il cronoprogramma stabilisce i criteri operativi per la programmazione della ricostruzione privata in tutti i centri storici del Comune dell’Aquila, su di esso poi si è basato il conteggio del costo della ricostruzione: i 5,1 miliardi di euro stanziati nella Legge di Stabilità 2015 dall’allora Governo Renzi.
Entrando nel merito del 39esimo elenco dei contributi, si nota dunque che nell’allegato 1 (quello i cui progetti si possono tramutare in cantieri perché hanno ottenuto tutti pareri) è di 10,2 milioni. Su 34 progetti, inoltre, sono soltanto 6 quelli con la Scheda parametrica parte seconda (contributo effettivo erogabile) approvata, diverse sono le R-SP2, ossia le Schede parte seconda ereditate dai precedenti elenchi e per le quali sono state chieste delle integrazioni dagli uffici comunali della ricostruzione. I restanti progetti sono fermi alla Scheda parametrica parte prima. Per quanto riguarda l’allegato 2, sono 16 i progetti che restano in attesa del titolo edilizio oppure di integrazioni.
Rallenta la ricostruzione anche rispetto agli stessi periodi dei due anni precedenti: se si considerano tutti gli elenchi pubblicati nel 2019, quelli che hanno avuto il parere anche del Comune ammontano a un totale di quasi 20 milioni, mentre quelli che devono ancora avere il parere ammontano a 48,6 milioni. Quindi in realtà a fine 2018 sono stati erogati 303 milioni di contributi, di cui 103 milioni sono quelli che avevano il parere, 209 milioni quelli che dovevano ancora ottenerlo. Tornando indietro anche al 2017 è evidente ancora un rallentamento.
Per quanto riguarda i progetti fermi al Comune, dal 2017 a oggi sono 465,4 mln di euro quelli dell’allegato 2 (incompleti), quindi soldi fermi nelle casse del Comune, non trasferiti e non cantierabili: quanti di questi ne sono stati realmente sbloccati? Quanti titoli edilizi sono stati rilasciati?) Quanti si sono trasformati in titolo edilizi? E quanti sono diventati cantieri?